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Vigili urbani in servizio anti consumo di droga? Il consiglio comunale si spacca

Vigili che multano chi consuma droga sulle scalette o in giro per Perugia? E' questa l'eventualità presa in esame stamani dalla IV Commissione Consiliare Permanente (Affari Istituzionali), in un acceso dibattito su alcune modifiche al regolamento della polizia municipale di Perugia, concernenti proprio la possibile attività anticonsumo di droga dei vigili urbani.

Riguardo il contrasto all'assunzione delle sostenze stupefacenti, la proposta avanzata dal Pdl, attraverso il consigliere Prisco, era quella di inserire il principio secondo cui si dovrebbe vietare l’assunzione di qualsiasi sostanza stupefacente in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico. Sul punto, tuttavia, gli uffici tramite l’intervento della dottoressa Vitali hanno chiarito che il corpo di Polizia Municipale è impossibilitato ad intervenire alla luce della normativa nazionale primaria, la quale è l’unica competente a determinare quali comportamenti siano penalmente rilevanti e, dunque, vietati.

Pur comprendendo questo principio (ma solo per l’acquisto e l’utilizzo di droghe) il Pdl ha tuttavia insistito sull’opportunità di inserire nel regolamento la fattispecie del divieto di consumo di droghe in luoghi pubblici.

“Ciò che è non disciplinato dalla legge – ha detto Prisco – può tranquillamente essere inserito nel regolamento, come avvenuto per la materia in discussione sia nelle città di Milano e di Novara. Ciò che cerchiamo di combattere con questa iniziativa è il diffondersi di alcuni comportamenti antisociali in giro per la città, punendo atteggiamenti (il consumo di droga in luoghi pubblici) che sono contrari all’idea di città che vogliamo introdurre”. Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Romizi, secondo cui è necessario sanzionare comportamenti non educativi, onde tutelare i cittadini, ed in particolare i ragazzi, che frequentare le aree pubbliche. Il Pdl ha confermato che la norma in esame non può certo essere risolutiva del problema droga, ma può rappresentare un ulteriore contributo rispetto agli interventi di prevenzione e repressione di competenza delle forze dell’ordine. “Il punto è capire se si vogliono scrivere delle regole per mettere un punto fermo, chiarendo che a Perugia non saranno più ammessi certi atteggiamenti, non solo col fine di tutelare l’immagine della città, ma per salvare delle vite umane”. La maggioranza si è espressa su posizioni politiche assolutamente opposte, respingendo la proposta del Pdl.

Patrizia Cavalaglio (Pd) ha evidenziato che l’iniziativa del PdL non regge per quattro ordini di motivi. Innanzitutto perchè, “sulla base della normativa nazionale, la detenzione ed il consumo di sostanze stupefacenti per uso personale sono ammessi e vietarli in un regolamento rischierebbe solo di creare un contrasto con la legislazione primaria. In secondo luogo l’attività di accertamento da parte della Polizia Municipale sul punto sarebbe particolarmente complicata, essendo difficile verificare in concreto la sussistenza della sostanza stupefacente; cosa che richiederebbe di volta in volta specifici esami tossicologici. In terzo luogo appare di difficile utilità procedere a sanzionare soggetti (i tossicodipendenti) già alle prese con uno stato psico-fisico precario. Infine l’inserimento del divieto rischia di far concentrare gli assuntori negli anfratti più nascosti dei vicoli della città, aggravando il problema della sicurezza. Anche Nicola Mariuccini si è detto contrario, sulla base della considerazione che la lotta alla droga è di competenza delle Forze dell’ordine e non può essere demandata ai vigili urbani. “Visto che Perugia è accerchiata dalle politiche delle grandi organizzazioni criminali dedite allo spaccio di droga, dobbiamo pretendere dal Governo Nazionale quelle risposte ai tanti inviti ed alle richieste rivolti dal Sindaco di Perugia ormai in molteplici occasioni. Va frenata l’offerta di droga in ogni modo, mentre ha poco senso colpire i tossicodipendenti, soggetti ai quali, invece, andrebbe fornito un aiuto concreto”.

Stante la mancanza di un accordo tra gli schieramenti, la questione sarà risolta al momento del voto. Stesso discorso o quasi per il successivo articolo, con cui il Pdl chiedeva di inserire il divieto ad esercizi commerciali di ogni genere (ivi comprese le farmacie) di distribuire gratuitamente o vendere siringhe in confezione singola, allorquando queste siano distribuite in confezione multipla. Sul punto Prisco ha espresso la disponibilità a ritirare l’articolo a fronte di un’apertura della maggioranza ad intraprendere qualche iniziativa, anche non regolamentare, per risolvere il problema della farmacia di Madonna Alta e, in generale, rendere più difficile il drogarsi a Perugia. Anche in questo caso, però, tutto è stato rinviato al voto.