Terni

Valeria realizza il suo sogno, sul monte Sibilla dopo l’incidente che le ha tolto braccia e gamba

Nel 2019 un tragico incidente in moto sulla ss77 nei pressi di Foligno le portò via il suo compagno, Paolo. Quel giorno è cambiata anche la vita di Valeria, che nel terribile sinistro stradale ha perso un braccio e una gamba. Nel corso di questi due anni in tanti si sono mobilitati per aiutare lei e i suoi figli.

Lei stessa ha voluto raccontare la sua storia, le sue difficoltà ed i suoi progressi in una pagina Facebook, dalla quale poi l’anno scorso ha lanciato un nuovo progetto, chiedendo aiuto per poter tornare a fare trekking.

In particolare il suo sogno era quello di raggiungere la vetta del monte Sibilla. Ci è finalmente riuscita, grazie alla collaborazione di molte persone. Una storia che ha voluto rendere nota anche la Regione Umbria attraverso i suoi canali social.


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Il nuovo progetto che riguarda Valeria Masala, sarda di origine ma che da numerosi anni vive a Terni, si chiama “Torna a fare trekking Valeria”.

“Un incidente – spiega la Regione Umbria – che le ha strappato un caro affetto e le ha cambiato la vita, un desiderio, quello di raggiungere la cima del Monte Sibilla nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e il grande cuore di tre amici. Sono questi gli ingredienti della storia che vede coinvolta Valeria Masala, una donna di 54 anni, originaria della Sardegna, ma ternana di adozione, che a causa di un incidente in moto nell’estate 2019 ha visto morire il compagno Paolo e ha perso un braccio e una gamba. Qualche mese fa Valeria ha chiesto su un gruppo Facebook, se si potesse raggiungere la cima della Sibilla in auto o in alternativa se ci fosse stato qualcuno disposto ad accompagnarla con una Joëlette, la carrozzella da fuori strada che permette la pratica di gite o corse alle persona con mobilità ridotta. Da lì scatta la simpatia per Valeria, la solidarietà e soprattutto nuove amicizie. Tra queste in particolare Elisa, Rodolfo e Alessandro, le cui iniziali, più quella di Valeria, hanno formato l’acronimo “Vera”, ovvero il nome del progetto. Si attivano per aiutarla e trovano una carrozzella adatta al percorso, la Joëlette messa a disposizione dal Comune di Terre Roveresche. Una domenica mattina, lontano dai riflettori, la conducono sino alla cima della Sibilla, anche con l’aiuto di altre persone che lungo il percorso si sono dati il cambio per aiutare Valeria a raggiungere il suo sogno. Un sogno, ed una cima, che idealmente ha condiviso con il compagno scomparso.

“Spero – ha raccontato Valeria – che quanto successo a me possa fare da apripista per permettere anche a chi ha una disabilità di non rinunciare a una passione così bella, quella per il trekking e la montagna”.