Categorie: Cronaca Spoleto

Uomo picchiato e rapinato in casa, “basista” della banda condannata a 6 anni di carcere

Jacopo Brugalossi

Sei anni di reclusione e 2000 euro di multa. Ecco la pesantissima condanna che il collegio penale di Spoleto (presidente Bellina, a latere Laudenzi e Roscini) ha comminato ad una donna di 31 anni, riconosciuta come basista di una banda che nel 2010 picchiò selvaggiamente e rapinò un anziano di 82 anni (nel frattempo deceduto) mentre era solo nella sua abitazione, situata nel comprensorio spoletino.

L’irruzione notturna – La donna, di origini romene, lavorava all’epoca come badante presso l’abitazione del malcapitato. Un gioco da ragazzi per lei architettare il piano. Stando alle carte processuali, i tre complici della giovane si sarebbero introdotti nell’appartamento di notte proprio grazie a lei, avrebbero svitato le lampadine per lasciare gli ambienti nel buio più totale e tagliato i fili del telefono. Questo non bastò però a scoraggiare l’ottuagenario, tra l’altro affetto da invalidità, che avrebbe imbracciato il suo fucile per difendersi dall’intrusione. Come risultato, sarebbe stato picchiato selvaggiamente con calci e pugni dai banditi, che gli avrebbero strappato di mano il fucile prima di darsi alla fuga con due motoseghe e il suo tagliando per invalidi.

Assolto un 38enne – I quattro furono tutti accusati di rapina aggravata, ma la posizione di due di loro è stata nel frattempo stralciata. Oggi è arrivata la sentenza di primo grado. Il terzo uomo, anch’egli romeno, di 38 anni, è stato assolto per non aver commesso il fatto. La basista, invece, è stata riconosciuta colpevole. La condanna, tra l’altro, è stata più pesante rispetto alle richieste del pubblico ministero, la dottoressa Federica Albano, che erano state di 4 anni e mezzo di reclusione e 1500 euro di ammenda.

Badante accusata di furto aggravato – E’ stato invece rinviato al 12 dicembre prossimo il processo che vede come imputata una donna di 52 anni, italiana, accusata di furto e circonvenzione d’incapace ai danni di un’anziana signora spoletina presso cui lavorava come badante. I fatti risalgono al 2009. La donna avrebbe somministrato un potente sonnifero alla vecchietta, approfittandone per rubare circa 1300 euro che erano custoditi in casa. A dare l’allarme alle forze dell’ordine fu la nipote della signora, che la trovò in cantina in stato confusionale. Nonostante l’istruttoria fosse già iniziata tempo fa con l’escussione del medico che visitò la poveretta dopo l’accaduto, nei fatti il processo dovrà reiniziare daccapo. A causa del cambio dei giudici che compongono il collegio penale, infatti, l’avvocato difensore si è avvalsa della facoltà di non accettare la precedente istruttoria dibattimentale. Nell’udienza del 12 dicembre verrà escusso un maresciallo dei Carabinieri, che ebbe un ruolo di primo piano nelle indagini.

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