Assisi

Un centro per rifugiati a Bastia Umbra? Esplode la polemica | Ma sarà solo per donne e bambini

La possibilità di un centro per rifugiati a Bastia Umbra scatena una bagarre politica, tra la Lega che manifesta per dire no, o meglio nì (“sarebbero preferibili donne e bambini”, e il sindaco Paola Lungarotti che “spegne” il caso, dicendo che l’accoglienza sarà limitata a poche persone, e appunto solo a donne e bambini. È l’ennesimo capitolo della lunga marcia elettorale che porterà a votare a giugno e che vede più o meno tutti alla ricerca di “un posto al sole”.

L’ipotesi dell’ex hotel a Bastiola

I fatti: nei giorni scorsi è emersa la notizia che un ex hotel della frazione di Bastiola potrebbe diventare un centro per rifugiati: i proprietari sono d’accordo e la Prefettura – sentita anche la disponibilità di Arci Solidarietà che si occuperebbe di gestire il centro – ha dato l’ok. In questi giorni l’immobile, abbandonato da anni, è oggetto di lavori di recupero visto che  qualche anno fa, proprio per l’assenza di alcuni requisiti in un altro stabile della zona, l’allora sindaco Stefano Ansideri bocciò l’ipotesi di una struttura analoga.

In realtà però – segnalano diversi amministratori e residenti bastioli – la disponibilità di Arci Solidarietà non indicava Bastiola come luogo per l’accoglienza, bensì a farsi carico di una struttura ubicata in un qualsiasi comune umbro. E poi, l’hotel scelto è davvero “a posto”? Le strutture devono essere idonee ed agibili, ma non è chiaro quanto la struttura in questione lo sia, visto che è stata abbandonata da anni e soggetta a continui furti e atti vandalici. Insomma, per “risolvere” basterebbe che il sindaco scrivesse al Prefetto (come fece appunto Ansideri nel caso dell’altra struttura) segnalando che la struttura non ha tutti i requisiti necessari e eventuali problematiche che dovessero sorgere dovrebbero essere ‘a carico’ di chi ha scelto quel luogo, ossia la Prefettura. E l’ex vicesindaco Francesco Fratellini sottolinea “la necessità di un attento controllo delle certificazioni degli impianti, compresa quella per la prevenzione incendi e i pareri sanitari”, che i proprietari consegnino quanta più documentazione possibile e infine persino un controllo del Comune per verificare che dichiarazioni e ‘stato dell’arte’ coincidano.

Centro per rifugiati, la protesta della Lega

Intanto sabato pomeriggio la Lega ha mobilitato alcuni simpatizzanti in un flash mob per esprimere la sua contrarietà. “Questo stabile – ha spiegato Stefano Pastorelli Pastorelli – potrebbe diventare un centro per immigrati, non siamo contrari a priori ma preferiremmo fosse dedicato all’accoglienza di minori non accompagnati”. E al grido di “Basta assistenzialismo”, Pastorelli ha ricordato il suo incontro con l’ambasciatore del Gambia, “Un paese africano che ci chiede aiuti concreti e che inviamo laggiù i nostri imprenditori e le nostre conoscenze e non assistenzialismo fine a se stesso”. 

La replica del sindaco Lungarotti

Immediata la replica del sindaco Paola Lungarotti, secondo cui: “Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il Prefetto per avere le necessarie informazioni sulle intenzioni di autorizzare l’accoglienza di alcuni profughi nell’ex Hotel  tenuto conto anche che in un precedente incontro tra il Prefetto e la Zona Sociale 3, sul tema delle necessità di accoglienza, il sindaco e l’assessore alle politiche sociali, presenti, avevano dichiarato palesemente che il territorio di Bastia Umbra non presenta strutture idonee per tali funzioni, suffragati tra l’altro dal quanto già valutato nel 2016 da parte di una commissione all’uopo costituita”. 

La Prefettura – dice tra l’altro Lungarotti – è stata molto chiara: l’emergenza profughi richiede scelte tempestive, la disponibilità di Arci Solidarietà che ha partecipato al bando per il terzo settore per l’accoglienza soddisfa tale necessità. Accogliere è un dovere e la Prefettura è tenuta ad assolverlo con gli strumenti normativi vigenti.  Il Prefetto ha garantito che l’accoglienza nell’ex Hotel La Villa sarà limitata a un numero alquanto esiguo composto da soli donne e bambini con un servizio di assistenza e presenza degli operatori di Arci Solidarietà”.