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Truffe all'Inps e al Ministero di Giustizia: Gli arrestati facevano ricorsi per conto di ignari pensionati e incassavano i soldi

S.M.

C'e' anche un senatore della Repubblica, Aldo Di Biagio, parlamentare di Scelta Civica per l'Italia, coinvolto nell'indagine della procura di Roma su una truffa all'Inps da oltre 22 milioni di euro. In carcere sono finiti due coniugi, gli avvocati Gina Tralicci e Nicola Staniscia, oltre a un'impiegata dell'Ente Nazionale di Assistenza sociale (Enas) operante in Croazia, Adriana Mezzoli. Gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Barbara Conti, una collaboratrice dello studio legale.

Truffe all'Inps e al Ministero di Giustizia. Secondo quanto accertato dagli uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dai pm di Roma, gli arrestati, per conto di centinaia di ignari pensionati (alcuni deceduti o residenti all'estero), mettevano in atto ricorsi contro l'Inps per ottenere gli oneri accessori su pensioni. Gli indagati in totale sono 16 persone. La truffa, inoltre, non si fermava all'Inps ma aveva tra le sue vittime anche il Ministero della Giustizia contro il quale gli indagati ricorrevano per il riconoscimento ''dell'equa riparazione per lungaggini processuali'' cosi' come prevede la così detta Legge Pinto.

I ricorsi presentati a Perugia. La procura di Roma ha scoperto che gli aderenti all'associazione per delinquere, data la cronica lunghezza dei tempi processuali della giustizia civile, presentavano ricorsi presso la corte di appello di Perugia, ovviamente con esito favorevole, contro il Ministero della Giustizia, per il riconoscimento “dell'equa riparazione per lungaggini processuali”, come previsto dalla legge Pinto. Anche in questo caso gli arrestati agivano per conto di soggetti ignari della pretesa creditoria.