Foligno

Trevi, il Tatarena rompe l’argine: Cannaiola sott’acqua. Il sindaco chiude le strade

Critica la situazione a Cannaiola di Trevi, per la rottura dell’argine da parte del torrente Tatarena. Il sindaco di Trevi, Bernardino Sperandio, ha provveduto alla chiusura al traffico di Via Nuova, Via Cavanella e della Sp 427. Alcune case sono state anche allagate dall’acqua che ha invaso le strade.

Cannaiola
Cannaiola
Interventi sul Ruicciano
Ruicciano

Esondato anche il torrente Ruicciano, nella zona di Montefalco. Il Consorzio di Bonifica, nella notte, ha lavorato per ripristinare l ‘argine collassato del torrente Ruicciano in comune di Montefalco. Intervento previsto anche a Cannaiola, dove si interverrà “non appena le condizioni lo consentiranno“. All’opera anche le squadre della Protezione civile.

I cittadini spaventati hanno riversato la paura sui social.

La situazione a Bevagna

Il sindaco Annarita Falsacappa mette in guardia per la situazione dei fiumi anche nel suo Comune. “La preoccupazione è per il livello dei fiumi che si sta alzando in modo notevole, soprattutto in alcuni punti. La Polizia municipale e l’ECB stanno monitorando il territorio e il fatto che abbia ricominciato a piovere non ci fa stare tranquilli – dice – La piena del Timia è incredibile e la voce dell’acqua che scorre veloce è turbolenta e rumorosa. Anche il Topino è diventato una grande distesa d’acqua che corre impetuosa.Il fiume Attone ha sversato presso il Mulino dell’Attone e il suo procedere sempre sonnolento d’improvviso si è fatto prorompente e il suo corso non si riconosce.Intanto un po’ dovunque per tutto il territorio, intorno al paese, lungo le frazioni, si vedono strade inondate d’acqua, breccia che viene rotolata in basso, solchi che atttaversano le vie“.

“Fossi non curati nonostante le multe”

Quella giusta abitudine da sempre regolamentata che obbligava al rifacimento e ripulitura dei fossi da parte dei proprietari dei campi e che dava ottimi risultati, oggi, forse per un atteggiamento troppo permissivo da parte degli amministratori ma anche per una evidente trascurarezza e senso di irresponsabilità dei proprietari dei campi, oggi quella abitudine non c’è più. A nulla valgono le ordinanze, che ripetiamo ogni anno, a nulla valgono i controlli e le multe. Si continuano a tenere i fossi non curati, spesso, addirittura, vengono chiusi, senza pensare ai danni che questo comporta. Nella situazione odierna, in un territorio in cui, oltre al rischio sismico, anche il rischio idrogeologico e idraulico sono altissimi, è da irresponsabili non fare il proprio dovere, tenere puliti i fossi per far defluire l’acqua in modo corretto“.