Foligno

Trevi, i frati francescani se ne vanno tra le proteste

Proteste e fiaccolate non sono servite a nulla: dopo secoli i frati francescani lasciano Trevi. I superiori dei Frati Minori sono stati irremovibili nonostante la mobilitazione popolare, il convento di San Martino sarà chiuso, nonostante sei secoli di storia. Domenica pomeriggio la parrocchia dei santi Antonino e Clemente in Santa Maria in Valle passerà in mano a don Joseph Gercak e don Kamil Ragan. I due sacerdoti – parroci in solido – conserveranno anche la responsabilità pastorale delle parrocchie di Sant’Emiliano in Trevi, di San Pietro in Bovara di Trevi e della Sacra Famiglia in Borgo Trevi, insieme a monsignor Oreste Baraffa. Insieme a loro farà il suo ingresso in parrocchia il diacono Bartolomeo Gladson Sagaiaray, durante la celebrazione che si terrà domani alle ore 17,30, presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo.

Per evitare che i frati minori (il cui impegno è stato sempre molto apprezzato dalla popolazione), che in questi anni hanno creato una parrocchia viva con un oratorio molto frequentato e punto di riferimento per la comunità, lasciassero il convento trevano, ad agosto è stata organizzata una fiaccolata a cui ha preso parte anche il sindaco Bernardino Sperandio insieme a 500 persone. Contro la decisione dell’Ordine francescano è stata fatta anche una petizione, con la raccolta di 1500 firme. “In questo modo viene a mancare non soltanto un punto di riferimento religioso, ma anche un momento di aggregazione sociale” hanno osservato i parrocchiani, per i quali la decisione è molto dolorosa.

Sono seguiti incontri, interlocuzione, con l’amministrazione comunale impegnata in prima linea per chiedere di rivedere tale decisione. Tra le ipotesi avanzate dai parrocchiani anche quella di un ‘presidio’ ridotto dei francescani a Trevi. Ma la decisione è stata irremovibile: il convento di San Martino chiude i battenti e la parrocchia, su decisione dell’Archidiocesi (che nulla ha potuto contro quella dei frati) è stata accorpata con quelle esistente; una scelta praticamente obbligata vista la carenza di sacerdoti, un problema a livello generale.

Tra i ringraziamenti e la tristezza della popolazione, quindi, i frati lasciano Trevi, cittadina dove la presenza francescana ha una storia che va avanti da 8 secoli con il lebbrosario, proseguita con la creazione dell’attuale convento nel XV secolo. Terra d’origine, tra l’altro, di Sant’Antonino Fantosati, con il convento che ospita anche alcune sue reliquie. “La costruzione del convento e della chiesa – si legge nel sito dei Frati Minori dell’Umbria – ebbe inizio il 5 agosto 1479 e i lavori furono commissionati al Maestro Baldassarre di Como. Il terreno era stato donato da Messer Tommaso di Ser Francesco Valenti, Abate di S. Pietro di Bovara. I Frati ne presero possesso nel 1484 ed è un luogo da dove si gode veramente un panorama stupendo. Fu sede di studio, lanificio, infermeria. Indemaniato il 3 gennaio 1867, venne ricomprato solo nel 1893. Poco discosto dal convento nacque S. Antonino Fantosati, martirizzato in Cina nel 1900. Attualmente la Fraternità svolge servizio parrocchiale e di Cappellania Clarisse”. Una pagina web che ora l’Ordine dovrà modificare.

(Foto Silvio Sorcini)