Cronaca

Terni, insulta la gente e vuole soldi dallo Stato | Era evaso, finisce in carcere

Una decina di giorni fa aveva compiuto un vero e proprio assalto, per protesta, alla filiale Unicredit di corso del Popolo, a Terni, colpendo con una mazza la vetrina. Finito agli arresti domiciliari dopo essere stato fermato dalla polizia, è evaso ed ha nuovamente messo in atto iniziative di protesta, insultando la gente lungo le vie della città. A fermarlo questa volta sono stati i carabinieri e per lui si sono spalancate le porte del carcere di Sabbione. A scatenare le sue proteste, secondo quanto raccontato da lui stesso, la pretesa di avere 10mila euro dallo Stato italiano.

Tutto è accaduto qualche giorno fa: un equipaggio del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Terni aveva notato il giovane, un 23enne ucraino, in corso del Popolo che inveiva contro tutti i passanti ed aveva pertanto deciso di identificarlo. Il giovane, che non solo non aveva con sé i documenti ma si rifiutava categoricamente di fornire le proprie generalità, opponeva una forte resistenza al suo accompagnamento in caserma per le obbligatorie operazioni di identificazione. Il ragazzo, dopo aver ammesso di essere ai domiciliari ma di essersene andato in giro per la città per inscenare una protesta nei confronti dello Stato Italiano, che a suo dire non provvedeva ad elargirgli 10.000 euro per le sue esigenze, affermava che non si sarebbe mosso da lì e che non avrebbe più parlato in italiano finché non si fosse provveduto a soddisfare le sue istanze.

I militari, con il supporto di una pattuglia della Polizia Municipale che garantiva la sicurezza del gran numero di persone presenti in strada, riuscivano a farlo salire sull’auto di servizio e portarlo in caserma. Si è quindi scoperto che lo straniero era l’ucraino finito ai domiciliari presso la sua abitazione dopo aver, ad inizio mese, danneggiato la vetrina della banca a corso del Popolo. Il giovane è quindi stato arrestato in flagranza di reato per evasione e trasferito al carcere di Sabbione. E qui rimarrà, come ha deciso il processo per direttissima al Tribunale di Terni che si è celebrato il giorno successivo.