Categorie: Cronaca Perugia

Suicidio choc in carcere / Condannnato all' ergastolo si soffoca con un sacchetto di plastica e gas / Le ultime parole all'avvocato: “Sono innocente”

Sara Minciaroni

E' stata la polizia penitenziaria a rinvenire nella sua cella di Capanne il corpo senza vita di Davide Valpiani, condannato all' ergastolo per l'omicidio di Vincenzo Di Rosa, fratello della sua compagna avvenuto nel 2005 a Cervia. Il cadavere è stato trovato con la testa infilata in un sacchetto di plastica accanto al fornellino del gas, riverso a terra e già esanime.

Una vicenda controversa quella di Valpiani che nel luglio del 1999 venne già assolto dall'accusa di aver ucciso entrambi i genitori tra il maggio e il luglio di quell'anno. Secondo le accuse il Valpiani aveva come movente quello del denaro. Due perizie però giocarono a suo favore: la madre si suicidò, il padre era stato colpito da ictus. Valpiani fu comuque condannato a tre anni per la morte del padre quale conseguenza del fatto che, pur ammalato, il figlio l'aveva lasciato solo in casa.

Nel 2008 venne invece condannato all'ergastolo per l'omicidio di Vincenzo Di Rosa, ucciso con un colpo di pistola alla nuca il 4 agosto 2005 a Pinarella, sulla riviera ravennate: il motivo di quel gesto, secondo i giudici, stava ancora una volta nel bisogno di soldi, visto che Valpiani aveva da tempo perso il suo patrimonio giocandolo in borsa. La vittima aveva una sostanziosa polizza vita di cui avrebbe goduto la sorella, all'epoca dei fatti fidanzata con Valpiani. Venne arrestato nel 2007 e condannato all'ergastolo, pena confermata in Cassazione.

La depressione e la richiesta di aiuto. “Davide era in uno stato di profonda depressione ed era stato sottoposto a una serie di accertamenti clinici – ha riferito l'avvocato Alni, difensore di Valpiani – Venerdì mi aveva detto che una perizia effettuata di recente aveva concluso con l'incompatibilità del suo stato con la detenzione in carcere. Mi aveva anche detto che attraverso un avvocato di Perugia, che lo seguiva, era in corso la ricerca di una struttura adeguata che potesse accoglierlo”. Due giorni prima, secondo un articolo pubblicato dal Resto del Carlino aveva parlato al telefono con il difensore: “Sono innocente. Faccia qualcosa”.