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“Suicìdati? intercalare napoletano” / Il prefetto ammette “ho sbagliato, ora sono incudine”

“Ho sbagliato”. Una dichiarazione l’ha rilasciata. Ma solo per errore. E’ lo stesso Antonio Reppucci ad ammettere di aver spinto sul tasto “rispondi” solo perchè “ingannato” dal prefisso “06” e dal pensiero che a chiamarlo potesse essere uno zio di Roma. E invece ad agganciare il prefetto di Perugia è stato Rinaldo Frignani del Corriere della Sera. Al giornalista ha spiegato di essersi isolato in questi giorni, di non aver risposto a nessuno, di non aver ancora parlato nemmeno con il ministro dell’Interno che sabato ha pubblicamente annunciato di volerlo rimuovere dal suo incarico.

“Né li né altrove” aveva sentenziato il ministro Angelino Alfano dopo aver appreso le frasi choc pronunciate dal prefetto di Perugia durante la conferenza da lui stesso indetta giovedì mattina nel palazzo della prefettura.

Frainteso. “Era solo una frase pronunciata con il caratteristico intercalare napoletano: suicidati nel senso che hai fallito, che non sei riuscito in qualcosa. Non che ti devi ammazzare davvero. Sono profondamente cattolico e praticante. Il Padreterno sa cosa volevo dire, sa che ho la coscienza pulita”. E ancora “Figuriamoci se posso mai davvero istigare una persona a suicidarsi. Volevo dire che non si può descrivere Perugia come la capitale della droga, volevo solo svegliare l’opinione pubblica”. Dopo aver pronunciato la frase “la madre che non si accorge che il figlio si droga è una fallita. Si deve solo suicidare”, il prefetto spiega: “Ammazzate la gente con la penna. Una frase, una frase sola estrapolata da una conferenza stampa di un’ora e mezzo, e avete ammazzato una persona” e ancora: “Ho dato la vita per lo Stato, in Calabria ho subìto anche intimidazioni. Quattro anni di sacrifici, in vita mia ho sempre obbedito. Una carriera fatta di servizio rovinata da una frase”.

Ho sbagliato. Non si può tornare indietro. A Maria Elena Vincenzi di Repubblica spiega: “Ho sbagliato, non c’è molto altro da aggiungere. Non volevo dire quello che ho detto. Meglio, volevo dirlo ma non intendevo in senso letterale, era solo un modo per scuotere le coscienze”. E ancora: “Sono state prese delle frasi, una registrazione tagliata ad arte. Io ho parlato di fare squadra, di lavorare insieme. Mi sono rivolto alle scuole, alle istituzioni. Non credo e non lo ho detto perché non lo credo, che la colpa sia delle mamme.” E parlando della stampa: “Avete fatto il vostro mestiere e lo avete fatto bene. Io vi ho fornito l’occasione. Ma io sono così. Sono una persona appassionata in tutto quello che faccio”.  E poi un finale amaro: “Ho sbagliato. E’ la vita. Una volta sei l’incudine e una volta sei il martello. Ora io sono incudine”. E quando gli viene chiesto se vorrebbe tornare indietro il prefetto risponde: “Magari. ma purtroppo non si può”.