Perugia

Studenti cinesi, nuova bufera giudiziaria sull’Università per Stranieri

Nuova bufera giudiziaria sull’Università per Stranieri. L’indagine della Procura di Perugia, questa volta, riguarda il filone degli studenti cinesi che dovevano arrivare a Perugia per seguire i corsi di lingua e cultura italiana Turandot e Marco Polo. L’inchiesta madre, insomma, quella sugli ammanchi contestati dalla Procura, che hanno generato un buco di quasi 4 milioni di euro. Dalle cui intercettazioni, poi, sono arrivate le altre inchieste che hanno decapitato la precedente gestione dell’Ateneo.

Cinque indagati

Cinque gli indagati, tra cui due intermediari cinesi. I titolari dell’indagine, Paolo Abbritti e Giampaolo Mocetti, contestano a vario titolo i reati di truffa e, per alcuni, di falso ideologico. E in un caso di violenza. La truffa ipotizzata dalla Procura sarebbe stata attuata attraverso modalità di preiscrizione, con sconti, degli studenti cinesi, con consistenti provvigioni alle agenzie intermediarie. Procedure che non sarebbero state approvate dagli organi dell’Ateneo. Generando, sempre secondo l’accusa, anche un numero di studenti “fantasma”, cioè mai arrivati a Perugia. Per i quali, ovviamente, l’Ateneo non ha incassato quanto preventivato, contribuendo a far sballare i conti.

Dottoranda minacciata

I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2015 e il 2019. Ma nel 2018 proprio all’interno dell’Università erano sorti dubbi sulla regolarità delle procedure che venivano avallate. Con il tentativo, sempre secondo la Procura, di far ricadere la colpa su una dottoranda, così da far passare gli ammanchi come il risultato di un errore amministrativo. Per questo a uno degli indagati la Procura contesta anche le minacce.