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“Steccone” a San Bevignate / Adisu davanti al giudice

La campagna elettorale in corso a Perugia per le amministrative del 25 maggio non inganni: il caso San Bevignate va avanti, e finisce davanti al giudice. Dopo la vicenda in consiglio comunale che aveva votato per il blocco dei lavori, l’Adisu, l’Agenzia per il Diritto alla Studio che aveva pubblicato il bando di gara d’appalto in quanto ente materialmente incaricato di far eseguire i lavori per i 120 alloggi universitari, con il suo amministratore unico Prof. Maurizio Oliviero, porta il fascicolo dello “steccone” davanti al giudice: Adisu chiede dunque al TAR di far sospendere e annullare il provvedimento con cui la Sopraintendenza ha giudicato non più valida, per “decorrenza dei termini”, l’autorizzazione paesaggistica per la realizzione dei lavori di fronte alla chiesa di San Bevignate. Per la prima infatti l’autorizzazione scadrebbe dopo 5 anni dalla presentazione del 4 settembre 2008, ossia il 4 settembre 2013. Per l’ente invece, in base al decreto del FARE, la stessa sarebbe valida per 8 anni, e non per 5. Intanto anche la ditta che aveva vinto l’appalto si è costituita parte lesa.

L’avvocato Barelli, un pò il fautore, con Italia Nostra e altre associazioni, della protesta contro la costruzione dello “steccone” ha dichiarato in un’assemblea pubblica tenutasi ieri pomeriggio, che la cittadinanza perugina “non dovrebbe più tollerare episodi del genere, dove l’amministrazione comunale effettua certe scelte e poi si candida a capitale della cultura europea per il 2019”. L’attuale candidato a sindaco con CReA Perugia e Rinasce Perugia ha inoltre aggiunto che sarebbe grave “riaprire il cantiere proprio in  questi giorni di campagna elettorale”.

Il Ministero – E ci sono novità anche sul fronte Ministeriale: da Roma fanno infatti sapere che i 6 milioni di euro messi a disposizione per la costruzione dello studentato non potranno essere sterzati per altre opere. Altri 6 milioni proverrebbero poi dalla Regione. Nessuna ristrutturazione, ma solo opere ex novo. Se la risposta deve arrivare dalla politica, mancano ancora all’appello gli atti ufficiali.

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