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Spoleto, “Troppa polizia” e la sposa manda a monte le nozze con l'amato-detenuto – Commenta

(Ca. Cer.) – “C’è troppa polizia, almeno questo momento deve essere solo per noi”. Alla vista di quel cordone di sicurezza (più di 20 agenti) la sposa non ha più voluto sapere di pronunciare il fatidico “sì”. E’ quanto capitato nella sala del comune di Spoleto adibita ad ospitare i riti civili, dove un detenuto del locale supercarcere, sottoposto a regime di alta sorveglianza, aveva ottenuto il permesso di sposarsi con la propria amata e madre della loro bambina. Solitamente cerimonie simili vengono celebrate nella casa di reclusione ma stavolta il Tribunale di Perugia aveva fatto una eccezione concedendo ai futuri sposi l’ambita location. Il giudice, a quanto è dato sapere, aveva però fissato alcune prescrizioni: niente foto, niente pranzo al ristorante (poteva bastare un buffet all’interno dello stesso Comune) e neanche un po’ di intimità per i due. Il tutto non sarebbe dovuto durare più di sei ore. Per la giovane donna, che forse non si aspettava tutto questo (lui era stato avvisato solo il giorno prima), è stato troppo. Il suo amato l’ha compresa e abbracciata cercando di farle forza, fra gli invitati rimasti impietriti. In silenzio anche il funzionario preposto a dichiararli marito e moglie. Quando il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti è entrato nella sala, convinto che la cerimonia fosse conclusa, ha trovato una scena inaspettata con i due che piangevano l’uno sulla spalla dell’altro. Alla scorta della polizia penitenziaria non è così rimasto altro da fare che riaccompagnare il detenuto alla casa circondariale di Maiano di Spoleto.
Fin qui la cronaca. Di oggi però la polemica innescata dai sindacati, a cominciare da quello di categoria della Uil, che urlano allo scandalo per lo sperpero di denari pubblici. “Ci dispiace molto per i due ma questa vicenda è assurda. Come si può, in tempi di spending review, impegnare così tanti uomini e mezzi? Agli agenti di Polizia penitenziaria si chiedono turni di lavoro massacranti, continui sacrifici e rinunce, anche sul fronte della propria sicurezza e incolumità, e poi siamo costretti ad assistere ad un simile sperpero”. La vicenda, a quanto è dato sapere, sembra destinata a finire sul tavolo del ministro di grazia e giustizia.
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