Cultura & Spettacolo

Spoleto, tutto pronto per la 65^ Settimana di Studi del Cisam

La cultura sorge in forma ludica, la cultura è dapprima giocata. Nei giochi e con i giochi la vita sociale si riveste di forme soprabiologiche che le conferiscono maggior valore. Con quei giochi la collettività esprime la sua interpretazione della vita e del mondo.

Ciò non significa che il gioco muta o si converte in cultura, ma piuttosto che la cultura, nelle sue fasi originarie, porta il carattere di un gioco, viene rappresentata in forme e stati d’animo ludici.» 70 anni dopo la pubblicazione dell’edizione italiana di Homo ludens di Johan Huizinga, con la sua visione della civiltà occidentale sub specie ludi, il tema del gioco come specchio del funzionamento di una società sta tornando all’attenzione degli studi anche medievistici, come testimoniano, fra l’altro, sia la nutrita serie di recenti monografie o volumi collettanei internazionali di games studies su sport, intrattenimenti e passatempi nel medioevo, sia la rivista italiana Ludica e le iniziative del gruppo di ricerca di Venezia.

La presenza delle forme ludiche nelle società e nelle culture specifiche dell’alto medioevo – e dunque nelle sue fonti storiche, letterarie, artistiche e archeologiche – è rimasta tuttavia un terreno quasi inesplorato e il tentativo di colmare questa lacuna è per il CISAM una occasione importante di innovazione storiografica e di scandaglio intellettuale.

Per questo il Consiglio Scientifico della Fondazione ha deciso di dedicare la LXV Settimana di Studi (2017) alle ricerche su questo tema nelle sue diverse accezioni, che riflettono le scansioni del libro di Huizinga adeguandosi alla tradizione e all’ambito cronologico proprii del CISAM: definizione delle categorie culturali relative al gioco; storia della trasmissione dei giochi dalla tarda antichità al medioevo; analisi delle funzioni sociali del gioco e delle normative ad esso riferibili, incluse le letture del rito liturgico o processuale come meccanismi ludici; esplorazione delle attestazioni archeologiche e delle rappresentazioni storico-artistiche e numismatiche (con particolare focus sulla diffusione dei dadi e degli scacchi); esposizione pubblica e funzione politica dei ludi in contesto urbano o bellico e analisi della caccia come gioco di società; utilizzo di sistemi ludici nell’insegnamento delle diverse aree europee ed extraeuropee; meccanismi ed effetti nella letteratura; terminologia del gioco nei lessici delle lingue altomedievali.

Auspicio del programma proposto è che questo confronto diventi occasione di acquisizioni importanti e di un rilancio della ricerca su una dinamica che rappresenta un collegamento antropologico fondamentale fra società altomedievale e società moderna, ma che finora è stata relativamente trascurata, per il periodo sotto osservazione, dagli studi specialistici e interdisciplinari.