Categorie: Cronaca Spoleto

Spoleto, processo area ex-Fiat, giudice rinvia al 2013. Tra gli imputati tecnici InEdilCom e 3 funzionari del Comune

E’ cominciato oggi, dinanzi al giudice Roberto Laudenzi del Tribunale di Spoleto, il processo relativo all’area ex-Fiat di Via Cacciatori delle Alpi, nota ai più per essere stata la sede dei Vigili del Fuoco di Spoleto, posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria nel giugno del 2010 dopo che era stata avviata la costruzione di un edificio residenziale e commerciale (poi dissequestrata dal Tribunale del Riesame di Perugia in seguito al ricorso presentato dalla ditta costruttrice, ordinanza confermata successivamente anche dalla Corte di Cassazione). L’inchiesta prese avvio dopo l’esposto dell’imprenditore edile Rodolfo Valentini finito nel mirino della procura per i palazzi della Posterna, meglio noti come ‘mostro delle mura’, vicenda che in appello ha visto tutti gli imputati assolti con formula piena e riconosciuta la legittimità dell’opera (a questa sentenza si è opposto la Procura generale di Perugia davanti alla Cassazione che ne discuterà il prossimo 24 ottobre). Ma torniamo all’area ex Fiat.
Il processo coinvolge otto persone, accusate di aver violato le norme edilizie. Oltre ai responsabili dell’azienda costruttrice, la IN.EDIL.COM – difesi dagli avvocati Giorgio Beni, Giampaolo e Stefania Bibiani del foro di Roma – ci sono anche tre funzionari del Comune di Spoleto, assistititi dagli avvocati Massimo Marcucci del foro di Spoleto e Nerio Zuccaccia del foro di Perugia. Uno dei tre funzionari pubblici è coinvolto per aver sottoscritto per conto del Comune la convenzione con la In.Edil.Com; un secondo per aver rilasciato un illegittimo permesso a costruire, mentre il terzo per aver istruito la pratica omettendo di segnalare la difformità delle caratteristiche del palazzo che si andava a costruire rispetto agli standard del vigente Piano Regolatore Generale.
In particolare la Procura di Spoleto contesta che “a fronte di una volumetria edificabile di 5.913 mc (calcolata applicando all’area di 1.971 mq l’indice di densità fondiaria di 3 mc/mq)” è stata avviata la costruzione di un palazzo con una “cubatura pari a 13.451 mc, resa possibile attraverso una illegittima cessione di cubatura dall’area di proprietà pubblica all’area privata interessata dai lavori, in assenza peraltro del presupposto della sussistenza di interesse pubblico o della pubblica rilevanza dell’opera”. Tesi accusatoria totalmente respinta dalle difese che ai cronisti sottolineano come non vi siano alcun nesso, sotto il profilo tecnico-giuridico, con quella della Posterna: per l’edificio di via Cacciatori viene infatti contestata l’illegittima cubatura a seguito di una cessione di area, mentre per quello di via Interna delle Mura l’indice di edificabilità che venne concesso.
L’udienza di oggi, presente in aula il pm Mara Pucci, si è risolta velocemente perché il giudice monocratico ha disposto il rinvio al prossimo 22 gennaio 2013. Che si voglia attendere il prossimo ottobre quando la Cassazione dirà la sua sulla vicenda della Posterna?
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