Categorie: Economia & Lavoro Spoleto

Spoleto, Coo.Be.C. denuncia stato beni culturali e chiede interventi governativi e regionali

Nessun segno di ripresa per l’attività e un grido d’allarme forte, per la crisi prolungata del settore specialistico del restauro dei beni culturali e, di conseguenza, per lo stato occupazionale della forza lavoro coinvolta. È quanto hanno denunciato, in sede di concertazione, i vertici della Coo.Be.C. (cooperativa beni culturali) di Spoleto, alla presenza dei rappresentanti di Associazione regionale cooperative di produzione e lavoro di Legacoop, Ance Umbria e Fillea Cgil Umbria. L’azienda spoletina, attiva dal 1975 e altamente specializzata, punto di riferimento per il settore del restauro a livello regionale, nazionale e internazionale, conta, oggi, all’attivo decine di interventi in diversi siti: dalla Valle dei Templi di Agrigento alla Reggia di Caserta, da Palazzo Madama alla Torre di Pisa, dal portico della Gloria della cattedrale di Santiago De Compostela fino ad opere in Libia ed Arabia Saudita.

“Le prospettive – ha spiegato il presidente della cooperativa, Rolando Ramaccini – non sono rosee. Il persistere dello stallo in cui versa la crisi aziendale potrebbe determinare ulteriori e più gravi problemi, aumentando il rischio della tutela dei 54 lavoratori, per 20 dei quali sono state già richieste 13 settimane di cassa integrazione ordinaria. La professionalità non trova garanzie e soffre la precarietà degli investimenti delle pubbliche amministrazioni. Se da un lato persistono i ritardi burocratici nel trasferimento dei finanziamenti stanziati e previsti nei bilanci di riferimento per due cantieri, uno a Positano e l’altro al Quirinale a Roma, infatti, dall’altro la prospettiva del 2012 soffre per la carenza di programmazione degli investimenti nel settore”.

Corrisponde a 234 milioni di euro il Fondo per le aree sottoutilizzate della Regione Umbria, 30 dei quali previsti per i lavori di restauro dei beni culturali. “Ci si aspetta un’azione politica ed istituzionale più attenta e urgente – ha continuato Ramaccini – affinché il fondo regionale trovi attuazione con la costituzione di un tavolo per programmarne obiettivi, finalità ed esecuzione progettuale concertata”.
L’appello del Presidente Ramaccini, supportato dall’appoggio di Arucpl/Legacoop, Ance Umbria e Fillea Cgil, è rivolto a tutti i livelli della Pubblica amministrazione. “Non c’è più tempo per aspettare – ha concluso Ramaccini -. È in questi momenti che la politica ed i governi sono chiamati ad occuparsi in concreto di azioni di sviluppo che mettano al centro della gestione responsabile della Cosa pubblica il lavoratore e l’impresa. Qui si gioca la scommessa per tornare a valorizzare il patrimonio della radice culturale italiana”.