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Spoleto capitale della cultura |Il Teodelapio, la porta e il dodici

Una città di antichi fasti e gradi poteri che sembra svegliarsi da un lungo torpore. Una Città con la C maiuscola, che sente nuovamente l’energia muovere per le strade, riempire le piazze, sollecitare le menti. Un città, quella di Spoleto, pronta a investire ancora su sè stessa, aperta alla partecipazione e all’accoglienza. Messaggera di pace. Matura per riconoscersi ed essere riconosciuta Capitale.

Sono queste le impressioni che sono emerse ieri sera a Palazzo Mauri, la biblioteca comunale, durante la presentazione ai cittadini del dossier di partecipazione di Spoleto al bando di Capitale Italiana della Cultura. L’evento, partecipato  e sentito, come già nelle fasi precedenti fasi del progetto, è stato voluto dall’Amministrazione, in coerenza con lo spirito di condivisione che caratterizza fortemente dossier. Al tavolo dei relatori, ma quasi solo in veste di ‘coordinatori’ delle varie espressioni di partecipazione della città, l’assessore Antonio Cappelletti, il consigliere Zefferino Monini e la dirigente e coordinatrice del gruppo di lavoro Antonella Quondam Girolamo. ‘Cicerone’ del dossier, Andrea Tomasini.

Pochi i dettagli veramente svelati, nessun approfondimento nel particolare delle oltre 100 proposte presentate da cittadini, enti e associazioni, cuore della proposta presentata al Mibact lo scorso 31 marzo. Solo la filosofia ne è stata spiegata. E tanto è stato sufficiente, per convincere che può esistere un  filo conduttore a legare tutte le differenze di una città dalle 100 anime come Spoleto. Un concetto di fondo, quello di ‘porta’, per entrare nell’anima della storia e uscirne rigenerati verso un futuro ancora una volta ricco e prospero. Foriero di pace, reciprocità e senso civile.

Un futuro ‘sublime’, come sublime è in matematica il numero 12. E se i simboli e le icone non mancano, disseminati lungo tutto il progetto – uno per tutti il Teodelapio di Alexander Calder, oggetto proprio in questi giorni di un importante restauroil 12 è il numero ricorrente. Il numero su cui puntare. 12 le porte della città, 12 le articolazioni del dossier, 12 come l’età della pubertà, passaggio naturale alla maturità. 12 come i mesi che fanno un anno da Capitale.

Non resta che attendere il 30 di aprile, giorno di prima selezione da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, delle 10 migliori contendenti e auspicabilmente il successivo 31 luglio, giorno della definitiva elezione delle 2 Capitali italiane della Cultura per scoprire se il lavoro fin qui fatto e quello che ancora sarà fatto in collaborazione, sinergia e determinazione, varrà il titolo per l’anno 2016 o 2017. Se così fosse, resterà forte il segno di un inizio di cammino, che non potrà che essere percorso.

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Si ringrazia Michele Ciani per la foto di copertina