Categorie: Cronaca Perugia

Spaccio di droga e sfruttamento prostituzione. Maxioperazione dei Carabinieri di Todi iniziata all'alba

(Modificato ore 15:32) – Il video dell'operazione che ha coinvolto 50 militari contro un giro di droga e prostituzione effettuata dai carabinieri del Norm della Compagnia di Todi

(Modificato ore 13:12) – Provenivano tutti dalla stessa famiglia e dalla stessa città le sette persone finite nel mirino dei carabinieri del Norm della Compagnia di Todi in un'indagine che ha avuto inizio nel 2009 e si è conclusa stamani con un'operazione che ha coinvolto 50 militari.

(Pubblicato ore 11:24) – Prostituzione e droga sono le due attività di cui si occupavano a vario titolo i sette elementi, sei cittadini albanesi e uno rumeno, di età tra i 28 e i 41 anni, individuati dai carabinieri su ordinanza del pm Duchini. Dei sette solo cinque sono finiti in manette mentre due sono ancora ricercati. I vari elementi -riferiscono gli inquirenti- svolgevano tutti altre attività lavorative, dal muratore al camionista.

Droga nel tuderte – Quello della droga è un filone comune a tutti i sette individui. Il mercato di riferimento del gruppo era quello del tuderte: secondo i militari, i vari elementi erano fornitori di riferimento di “numerosi assuntori del circondario di Todi, Massa Martana e Gualdo Cattaneo (…) giovani e meno giovani, di entrambi i sessi, con le attività occupazionali più disparate”.

La droga proveniente dal Lazio veniva portata a Todi da un 41enne ancora latitante, che la andava a prendere in auto in compagnia di una prostituta sotto il suo controllo per destare meno sospetti.

Sfruttamento della prostituzione – Entrambi gli elementi latitanti, oltre che nel traffico di droga, erano impegnati anche in un giro di sfruttamento della prostituzione.

Due anni di indagini sul “giro” da parte dei militari hanno fatto emergere un sistema di arruolamento di ragazze in Romania. Qui era un cittadino rumeno a portare le ragazze a Perugia, dove venivano fatte prostituire tramite inserzioni sui giornali. Le ragazze, portate nel capoluogo umbro cinque per volta, dovevano consegnare metà dei loro “incassi” al protettore 41enne. Questi era in possesso anche dei loro documenti, che riconsegnava loro o vendeva a un altro protettore solo dietro un riscatto di 2mila euro. (fda)