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Solennità dell’Assunta, domani solenne pontificale di Mons. Renato Boccardo

“Un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere”. È un appello molto duro quello che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana rivolge all’Europa; “distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani”. Un appello che si traduce nell’indizione di una giornata di preghiera, il prossimo 15 agosto, dal tema “Noi non possiamo tacere”.

L’archidiocesi di Spoleto-Norcia aderisce al suddetto appello della Chiesa italiana. L’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha scelto di dedicare a questa intenzione il solenne pontificale dell’Assunta (venerdì 15 agosto alle ore 11.30, Basilica Cattedrale di Spoleto), con specifiche intenzioni di preghiera per i cristiani perseguitati. Al termine della Messa, come da tradizione, il Presule benedirà i fedeli adunati in Piazza Duomo dalla loggia della Cattedrale.
«Solo la bontà – sottolinea mons. Boccardo in riferimento all’iniziativa “Noi non possiamo tacere” promossa dalla CEI – è la forza che permette agli uomini di vivere in pace gli uni accanto agli altri, senza nuocersi, rispettosi e benevoli; è la forza che al di sopra del dovere e della virtù austera può condurre gli uomini all’indulgenza reciproca, alla buona volontà, alla cortesia. Dove dimora la bontà ci si aiuta quando il carico da sopportare è troppo pesante per una persona sola; dove dimora la bontà le difficoltà svaniscono, le brutture si dimenticano, le sofferenze si placano, la gioia si irradia e la vita diventa interiormente felice, perché è posta sotto il segno della benevolenza».