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Società sportiva umbra finisce nei guai con la Finanza, emesse fatture false per quasi 2 milioni di euro

Sono durate oltre sette mesi gli accertamenti svolti dai Finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Città di Castello nei confronti di una associazione sportiva dilettantistica militante nel campionato di promozione autore di una frode fiscale ai danni dell’Erario.
L’associazione alterando fraudolentemente il regime fiscale di favore di appartenenza ha emesso sistematicamente e continuativamente per diversi anni fatture, in tutto o in parte relative ad operazioni inesistenti, nei confronti di diverse imprese che operavano principalmente nell’Alta Valle del Tevere.

Complessivamente l’ammontare delle fatture false emesse dalla polisportiva è stato pari a oltre un milione e ottocentomila euro per un’IVA dovuta pari a oltre 360mila euro.

Il meccanismo di frode adottato dalla Polisportiva consisteva nella “sovrafatturazione” delle prestazioni pubblicitarie consistenti nell’apposizione di striscioni pubblicitari a bordo campo. Inoltre per rendere più difficoltosi eventuali controlli e far apparire contabilmente regolare l’esito del pagamento consigliavano agli imprenditori di regolare il pagamento con assegno bancario o bonifico bancario. Solo successivamente all’avvenuto pagamento, il rappresentante legale della polisportiva restituiva a mano ai titolari delle ditte o delle società parte del denaro nel frattempo prelevato in contanti, trattenendo solo un importo che oscillava tra un minimo, costituito dall’IVA esposta in fattura, e un massimo che poteva raggiungere l’IVA più il 50% dell’imponibile, a seconda degli accordi caso per caso venivano stabiliti.

Le fiamme gialle hanno pazientemente ricostruito tutti i flussi finanziari, in parte fittizi, a fronte delle prestazioni pubblicitarie rese alle diverse imprese operanti nel territorio, partendo da alcune palesi anomalie, quali ad esempio un’inspiegabile e rilevante differenza di prezzo (da poche centinaia di euro a svariate decine di migliaia di euro – fino ad un massimo di 120mila euro) a fronte di prestazioni pubblicitarie identiche, nonché il repentino quanto ingiustificato aumento del notevole volume d’affari sviluppato dalla polisportiva, rapportato alle piccole dimensioni della stessa, l’omessa conservazione delle fatture emesse e della documentazione bancaria relativa oltre ad una “confusione documentale” nella numerazione e datazione delle fatture.

Tutti gli elementi acquisiti, comparati con le risultanze dei controlli incrociati eseguiti presso le imprese utilizzatrici delle fatture false, hanno confermato l’artificioso sistema di frode ideato ed attuato dal rappresentante legale della Polisportiva con il concorso dei titolari delle società che alla fine hanno utilizzato le fatture gonfiate. Nei confronti di quest’ultime si procederà al recupero dei relativi costi indebitamente dedotti e dell’IVA che altrettanto indebitamente hanno “scaricato” oltre alla conseguente denuncia penale per violazione all’art. 2 del D.lgs. 74/2000.

Sono 28 i soggetti complessivamente denunciati alla Procura della Repubblica di Perugia per aver utilizzato le fatture false mentre il rappresentante della Polisportiva dovrà rispondere oltre che del reato di emissione di fatture false anche di quello di distruzione delle scritture e dei documenti contabili.
Infine per cautelare la pretesa erariale è stata avanzata la proposta di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente.