Foligno

Sicurezza idrica Topino, Barbetti (Pd): “Colmare i ritardi”

Troppi ritardi nel progetto di messa in sicurezza idraulica del Topino. A denunciarli è la consigliera comunale Pd, Rita Barbetti, che ha presentato una interrogazione al sindaco Stefano Zuccarini per chiedere una presa di posizione al Comune. Nel documento, lungo e articolato, Barbetti ripercorre la vicenda con molti particolari.

Il progetto di mitigazione del rischio

La consigliera comunale ricorda che “il progetto di mitigare il rischio idraulico nel bacino del fiume Topino, in corrispondenza dell’area urbana di Foligno, ha avuto un lungo iter iniziato nel 2000 e, a seguito di vicissitudini di vario genere, è stato infine predisposto un progetto dimensionato sul contenimento degli eventi di piena associati ad un tempo di ritorno di 50 anni. Per le difficoltà tecniche riscontrate e per l’entità della spesa in questi venti anni che sono trascorsi, è stata abbandonata l’ipotesi della messa in sicurezza idraulica con tempi di ritorno 200 anni, in quanto difficilmente praticabili. La progettazione definitiva è iniziata nel 2013 e si è conclusa nel 2022, superando con difficoltà e ritardi tutti gli adempimenti previsti dalle norme per la sua approvazione (pareri, varianti al PRG, conferenze di servizi, ecc.). La Regione dell’Umbria ha ottenuto uno stanziamento specifico per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza idraulica del Fiume Topino per circa 32 milioni di euro e la Presidente della Giunta Regionale risulta essere il Commissario di Governo per la sua realizzazione. L’aumento dei prezzi dei materiali, intervenuto dopo il 2020, ha richiesto un aggiornamento dei costi in base a quanto stabilito dall’apposito Decreto Ministeriale, rendendo insufficiente l’originaria dotazione finanziaria e richiedendo un ulteriore stanziamento che ammonterebbe a circa 16 milioni. Non si è potuto procedere all’appalto dei lavori in quanto si è reso necessario reperire la somma mancante“.

L’aumento dei costi

Sul progetto hanno fatto capolino i maggiori costi dovuti all’aumento dei materiali: “La Regione Umbria, nello scorso settembre del 2022, a fronte dei maggiori costi, invece di avviare immediatamente la ricerca di ulteriori risorse, ha richiesto al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, di effettuare una propria valutazione sul progetto redatto dal CBU, le cui risultanze sono riassunte in una apposita nota redatta dalla fondazione CIMA, organismo tecnico di alta specializzazione in materia idraulica, di cui non sono state rese pubbliche le conclusioni. Sembra – prosegue Barbettiche tale parere abbia evidenziato che il progetto risulterebbe risolutivo per eventi di piena associati a tempi di ritorno fino a 50 anni, ma non risulterebbe risolutivo per eventi associati a tempi di ritorno di 200 o più anni. Tale conclusione è del tutto ovvia, in quanto questi erano i dati di input, sulla base dei quali è stata sviluppata la progettazione. Con la messa in sicurezza con tempo di ritorno di 50 anni, sembra che tutta la popolazione a rischio idraulico venga messa in sicurezza, mentre resterebbero ancora da mettere in sicurezza, per il ritorno a 200 anni, circa 10.000 abitanti e le strutture strategiche costituite dall’ospedale e dalle scuole. A tale proposito, pur evidenziando che il progetto stesso, nei limiti sopraindicati, ha tenuto conto di numerosi “aspetti tecnici, politici e sociali”, risulta che la Fondazione Cima abbia formulato alcune osservazioni e/o prescrizioni che in sintesi si riassumono: Mancano elementi per poter effettuare una analisi costi-benefici del progetto; Esclusione di interventi a monte dell’abitato di Foligno (cassa di espansione); Mancanza di analisi del trasporto solido; Sostenibilità del progetto nel lungo periodo per effetto dei cambiamenti climatici; Permanenza di situazioni di rischio per il ritorno duecentennale in alcune aree dove insistano strutture strategiche (scuole ed ospedale); Dalle informazioni sommarie raccolte risulta pertanto che il progetto del CBU non sia stato ritenuto errato, come apparso in alcuni articoli di stampa, ma che debba essere integrato con interventi per l’aumento della sicurezza idraulica per le strutture strategiche (scuole ed Ospedale); Risulta inoltre che il parere della Fondazione Cima sia stato accompagnato da una nota di trasmissione del Direttore Regionale Governo del Territorio che sottolinea tali criticità adombrando la necessità di variare il progetto, ma demandando ad un prossimo incontro di natura tecnica la possibilità di dar corso ad un primo stralcio dei lavori“.

L’alluvione in Emilia

In questo quadro emerge la necessità di intervenire, alla luce della “grave emergenza idraulica di questi giorni in Emilia Romagna ha fatto 14 vittime e coinvolto quattro Province con gravissimi danni. Anche l’Assessore Melasecche, nella sua intervista di domenica 21 maggio, evidenzia che ci sono “ritardi inammissibili”…per la messa in sicurezza idraulica del Fiume Topino. Il progetto, nella sua attuale configurazione, è il frutto di un percorso molto accidentato, che ha visto scartare ipotesi diverse a causa dell’opposizione delle popolazioni (vicenda ponti, cassa di espansione di Budino, ecc.) e pertanto, rimettere in discussione lo stesso, magari spostando un’altra volta la cassa di espansione o adottando soluzioni alternative, può pregiudicare definitivamente la possibilità di vederne la realizzazione in tempi accettabili”.

Le richieste al sindaco

Le richieste al sindaco:Riferire urgentemente in ordine a quanto appreso dalle notizie apparse sulla stampa, per quanto attiene la messa in sicurezza idraulica del Fiume Topino ed acquisire la relazione della Fondazione Cima e la corrispondenza intercorsa in questi mesi tra la Regione Umbria, il Dipartimento della Protezione Civile ed il Consorzio della Bonificazione Umbra e consegnarla ai consiglieri comunali? Farsi carico di intervenire nei confronti della Regione Umbria, proponendo un ordine del giorno con il quale si invita la Presidente della Giunta regionale, che riveste la responsabilità di Commissario delegato per questo progetto, di evitare ulteriori ritardi, in aggiunta a quelli già accumulati per i tempi tecnici richiesti e per le vicende di questi mesi a cui si è fatto cenno, in quanto potrebbero esserle imputati; in particolare nel caso – certamente non auspicabile – che un evento alluvionale come quelli a cui abbiamo assistito in questi mesi a causa dei mutamenti climatici, dovesse colpire la città di Foligno?”. Barbetti chiede anche se il primo cittadino intenda “invitare il Consiglio Comunale ad esprimersi, sostenendo che la soluzione più ragionevole potrebbe essere quella di attuare il progetto così come è stato elaborato (nel caso di ottenimento delle risorse mancanti) con la possibilità di realizzarne uno stralcio, e  avviando immediatamente una nuova progettazione per ipotesi future? E se accoglierà la proposta di chiedere alla Regione Umbria che il Comune di Foligno sia formalmente invitato a partecipare al tavolo di concertazione con il Consorzio della Bonificazione Umbra di Spoleto?