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SI PREGA… MORIRE IN ORARIO D’UFFICIO. LA NOTA DI PAOLANGELI DOPO LA PROTESTA DI UNO SPOLETINO PER MANCATA AFFISSIONE EPIGRAFI

Arriva a stretto giro di posta la precisazione del presidente della SICAF, Claudio Paolangeli, dopo che lo spoletino Domenico Musco aveva denunciato la mancata affissione delle epigrafi per il decesso della propria consorte avvenuto sabato notte scorso (clicca qui). “In riferimento al vs articolo (clicca qui) siamo ad informare che l' azienda che ha in mano l'appalto delle affissioni nella citta' di Spoleto lavora anche di domenica rispettando nei giorni del sabato e della domenica mattina il seguente orario di reperibilita' come da contratto: sabato (8:30 – 9:00 e 15:00 – 15:30), domenica mattina (8:30 – 9:00), feriali (8:30 – 9:00 e 15:00 – 15:30). Vi Saremo grati se queste regole e questi orari verranno resi noti ai lettori di Tuttoggi.info”.

Fin qui la nota di Paolangeli, della quale prendiamo atto. Grazie alla quale è però possibile fare qualche doverosa riflessione. Cominciando dal fatto che non devono essere i nostri lettori ad esser informati (chissà che leggendo questa nota qualcuno non si stia già toccando qualche parte del corpo), bensì le agenzie funebri. Forse, quella presa dal signor Musco (di fuori Spoleto), non conosceva l’orario domenicale della Sicaf.

L’altro appunto riguarda proprio quest’ultimo orario di apertura degli uffici, fissato, a quanto conferma lo stesso Paolangeli, nel capitolato dell’appalto gestito dalla municipalizzata ASE. Orbene a Spoleto nel 2008, dati alla mano gentilmente forniti dal Comune, si sono verificati 266 decessi in abitazione e 289 in strutture sanitarie e di assistenza. Il totale fa 555 per una media giornaliera di 1,52 decessi. Rispettando detta media, si può azzardare che siano stati 79 i decessi avvenuti lo scorso anno nel ‘giorno di festa’ ed è improbabile che si siano tutti verificati prima delle 8,30. Ci vuole davvero poco a capire che sarebbe opportuno modificare quelle regole e prevedere una apertura pomeridiana anche per la domenica, che consentirebbe così davvero a tutti di poter affiggere le epigrafi per la scomparsa di un proprio congiunto. E’ solo una questione di civiltà e rispetto civico.

(Carlo Ceraso)