Cronaca

Sheng Chang fu drogata e violentata, Corte d’Appello conferma condanna a Perrone

E’ stata confermata dalla Corte d’Appello di Perugia la condanna a sei anni e dieci mesi di reclusione per Lorenzo Perrone, 41 anni, l’operaio fiorentino accusato di aver drogato e  violentato Sheng Chang, la studentessa cinese di appena 19 anni, arrivata a Perugia per studiare. Il suo corpo fu trovato nascosto sotto i cespugli nel parcheggio di Monte del Lago, nella zona del Trasimeno, il 13 luglio del 2013. In primo grado, il giudice aveva riconosciuto tutti i reati a Perrone ascritti: cessione di stupefacenti, morte in conseguenza della cessione di stupefacenti e violenza sessuale aggravata oltre all’occultamento di cadavere.

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Secondo quanto confermato dalla Corte d’Appello di Perugia, con il gup Lidia Brutti, fu Perrone a contattare attraverso una chat l’appuntamento con la 19enne, per poi portarla al Trasimeno. Lì le fece assumere la droga, Mdma per la precisione, sciolta in una bottiglietta d’acqua. La difesa dell’operaio 41enne, seguita dall’avvocato Laura Brilli, ha seguito la stessa traccia del primo grado, ossia cercare di non far pesare la condanna per spaccio, di negare che avvenne violenza sessuale si Cheng e di sostenere che il corpo della 19enne fosse stato spostato solo per evitare che fosse investito dal sopraggiungere di un’auto.

In aula, al momento della sentenza, erano presenti anche i parenti della vittima, rappresentati dagli avvocati Federico Bagattini e Cinzia Lì, il console e il segretario generale a Firenze della Repubblica Popolare Cinese.

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