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SEMINARIO DI ORIENTAMENTO ALL'ITIS DI SPOLETO CON L'ASS.RE PROVINCIALE BELLINI

L'Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Perugia Ornella Bellini, che ha partecipato con la funzionaria Antonella Pasquino al seminario di orientamento scolastico promosso dall'Istituto di Istruzione Superiore di Spoleto insieme alla dirigente scolastica Fiorella Sagrestani ed alla sociologa Cecilia Cristofani, interviene nel merito. “Gli Istituti Superiori di tipo Tecnologico (ITIS) – sono le parole dell'Assessore Bellini – formano giovani che si collocano nel campo dell'innovazione scientifica e tecnologica oggi considerata il motore per la crescita collettiva del Paese. Nonostante questa forte connotazione che qualifica gli ITIS come scuole che favoriscono l'inserimento dei diplomati nel mondo del lavoro senza precludere loro alcun tipo di accesso all'Università, la presenza delle ragazze in questo tipo di scuole è bassissima, così come le insegnanti sono meno del 10%. Perché così poche donne nelle scuole di tipo tecnologico? A questa domanda ha cercato di dare risposte il seminario tenutosi a Spoleto. Le risposte sono molteplici e, comunque, partono dalla riscrizione dell'intero linguaggio della formazione e dell'orientamento e dall'abbattimento degli stereotipi culturali che molto spesso inducono a scelte errate. Facciamo degli esempi di stereotipi culturali. In Italia si presume che la formazione umanistica sia superiore a quella tecnico-tecnologica; non si aggancia il percorso formativo a quello dell'inserimento lavorativo e delle politiche occupazionali; si crede erroneamente che la formazione tecnica e tecnologica esuli da una base umanistica. Ci sono poi i pregiudizi di genere secondo i quali le scuole tecnico-tecnologiche sono più adatte ai ragazzi che alle ragazze. Anche questo è un errore sia perché indagini statistiche hanno dimostrato l'enorme successo delle donne di affermarsi in ambiti di ricerca e di occupazione tecnologica, sia perché la scelta di un percorso formativo deve rispondere alle motivazioni ed alle vocazioni dei singoli allievi senza interferenze esterne. In questo contesto anche la famiglia deve stimolare le giovani ad ascoltare le loro vocazioni mentre la scuola deve farsi promotrice di un orientamento che metta al centro tanto le caratteristiche del percorso formativo, quanto il nesso tra formazione ed occupazione”.