Città di Castello

Scuola, Arcaleni “A pochi giorni da riapertura solo incertezze”

A pochi giorni dalla riapertura delle scuole, a Città di Castello, la situazione in vista del suon della campanella appare ancora molto confusa per docenti, ragazzi e famiglie.

Il consigliere di Castello Cambia (e insegnante) Emanuela Arcaleni lancia infatti l’allarme, parlando di “un quadro generale per niente chiaro nel nostro Comune, dove a differenza di altri, non è stato presentato alcun Piano scolastico“.

A parte generiche rassicurazioni verbali dell’assessore, nulla è dato sapere: tutte le scuole riapriranno in sicurezza? Le aule sono adeguate? Sono stati allestiti spazi ulteriori per contenere classi da sdoppiare perché troppo numerose? Non si sa ancora se gli ingressi saranno differenziati e scaglionati né come saranno gestiti i trasporti scolastici.

Famiglie e insegnanti sono ancora in attesa di capire se alunni e docenti dovranno indossare le mascherine per le 5-6 ore di lezione a causa di spazi ridotti o se interverrà qualche altra deroga. “Una situazione assurda in cui, alle palesi inadempienze governative, si aggiunge una gestione locale autoreferenziale e priva della comunicazione necessaria alla cittadinanza”.

Nel caos generale il livello governativo non aiuta – aggiunge Arcaleni -. Sulla scuola si è fatta soprattutto retorica: il dibattito si è concentrato sui banchi con le rotelle e alla fine solo questo risulta il provvedimento concreto attivato: spesi oltre 2 milioni per dotare il 14% delle scuole di questa ‘novità’, mentre queste risorse potevano essere utilizzate per aumentare un ‘fondo supplenze’ ad oggi insufficiente a coprire l’esigenza prevedibilmente più onerosa nel caso di quarantena di intere classi e relativi docenti, perché serviranno molti supplenti per sostituirli“.

In pratica, alunni e docenti rientreranno a scuola come ne sono usciti: con le stesse “classi pollaio”, con gli stessi trasporti e senza controlli della temperatura agli ingressi

Tra le proposte avanzate da Castello Cambia c’è dunque quella di chiedere alle istituzioni regionali e locali, innanzitutto, di “attuare concretamente tutte le misure previste dal Protocollo per la sicurezza sottoscritto da Ministero e sindacati il 6 agosto, che per ora è lettera morta”. Per garantire una maggiore sicurezza sarebbe opportuno “prevedere la misurazione della temperatura all’ingresso e ampliare i protocolli per la somministrazione di test e tamponi, per scongiurare nuovi focolai: la buona idea di sottoporre a test sierologici i docenti prima dell’inizio lezioni andrebbe estesa gradualmente a tutta popolazione scolastica. Chiediamo al Comune di tirare fuori qualche idea e di condividere il Piano scolastico e dei trasporti”.

Alunni, famiglie e docenti – conclude Arcaleni – devono poter esercitare il diritto-dovere all’istruzione in piena sicurezza, altrimenti la riapertura e la continuità delle lezioni in presenza saranno seriamente a rischio, oppure lo sarà la salute di tutti coloro che frequentano la scuola. Non vorrei che a doverci salvare fosse di nuovo la didattica a distanza”.