Perugia

Scontrini antiviolenza in farmacie e negozi, scontro politico a Perugia

Scontro politico a Perugia sugli scontrini antiviolenza in farmacie e negozi. L’iniziativa è presente già in diverse città umbre grazie ad accordi nazionali e regionali e vede indicato, sugli scontrini in primis di farmacie, il numero verde antiviolenza sulle donne. Una campagna di sensibilizzazione che diverse forze di minoranza del consiglio comunale perugino chiedevano di ampliare. Ma la proposta è stata bocciata, perché – secondo la maggioranza – in parte già superata.

È stato infatti respinto dal consiglio comunale, nella seduta di lunedì, a maggioranza l’ordine del giorno presentato dalle consigliere Francesca Tizi e Cristina Morbello del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle e Sarah Bistocchi, con i gruppi consiliari Partito democratico, Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubilei. L’atto proponeva appunto di inserire il numero antiviolenza su scontrini fiscali da parte delle farmacie e attività commerciali nell’ambito della campagna antiviolenza sulle donne.

L’ordine del giorno chiedeva di impegnare l’amministrazione ad attivarsi presso le farmacie comunali e private, nonché presso le attività commerciali che insistono sul territorio perugino per proporre l’adesione alla campagna d’informazione contro la violenza sulle donne e di genere attraverso l’apposizione in calce agli scontrini della dicitura: «Se sei vittima di stalking o violenza chiama il 1522 o l’800861126», laddove l’800861126 è il numero verde del Servizio Telefono Donna regionale.

L’atto è stato dunque bocciato con 16 voti contrari e 10 favorevoli.

“Si tratta di un’iniziativa importante di sensibilizzazione e vicinanza alle donne vittime di violenza. Per questo registriamo con rammarico il voto contrario della maggioranza, un atteggiamento che riteniamo molto grave” è stato il commento della consigliera Tizi.

“Durante la discussione dell’atto in commissione – ha ricordato la consigliera Cristina Casaioli (Progetto Perugia) durante il dibattito in aula – ho chiesto più volte di poter audire i rappresentanti dei commercianti, ritenendo che ciò fosse necessario per dare concretezza all’atto. Sono intervenuti i rappresentanti delle farmacie, delle associazioni che si occupano di violenza sulle donne, ma non dei commercianti, con a mio avviso il confronto sarebbe stato opportuno per far sì che la proposta non restasse solo un proclama politico. Per questo – ha concluso – da donna non sto a questo gioco”. Casaioli ha, quindi, annunciato il voto contrario sottolineando come esso riguardi l’ordine del giorno, non la tematica in sé e sia motivato dalla scarsa concretezza dell’atto e dal mancato confronto con le associazioni di categoria dei commercianti.

Il consigliere Riccardo Mencaglia (Fratelli d’Italia) ha, invece, sottolineato come l’impegno dell’ordine del giorno riguardante le farmacie sia superato dal momento che, di fatto, già da mesi, negli scontrini emessi dalle farmacie, sia pubbliche che private, sono riportati il numeri antiviolenza nazionale e regionale grazie a una specifica legge nazionale e a protocollo d’intesa siglato a livello regionale. “Per le attività commerciali – ha aggiunto – ci sono, a mio avviso, delle riflessioni da fare: durante le audizioni molte associazioni che si occupano di accoglienza alle donne si sono mostrate scettiche sul coinvolgimento dei commercianti data la delicatezza della situazione”.

Anche per l’assessore al Welfare Edi Cicchi l’ordine del giorno è in parte già superato dalla realtà: “Il tema della violenza è un tema ampio e complesso, per cui se nell’ambito delle farmacie, che sicuramente rappresentano un settore adeguato a dare risposte alle donne che chiedono aiuto, qualche riflessione in più va fatta per il commercio nel suo complesso, che è un ambito variegato in cui non c’è la stessa sensibilità”.