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Sanitari no-vax, giustificazioni al vaglio

Al vaglio del giustificazioni dei circa 5 mila operatori sanitari no-vax (di cui 4 mila che lavorano in Umbria e il resto umbri occupati in altre regioni) che non hanno finora fatto il vaccino anti Covid per loro obbligatorio.

Un numero a cui si è arrivati dopo che in circa 700 hanno scelto di vaccinarsi una volta ricevuta la nuova chiamata.

Il direttore della Sanità umbra, Massimo Braganti, ha spiegato che si sta completando la trasmissione dei dati, così da poter verificare caso per caso i motivi. Alcuni hanno portato giustificazioni legate a patologie che sconsiglierebbero l’uso del vaccino. Un po’ come era accaduto ai sanitari prescritti, che dietro certificazione medica si erano fatti esonerare dall’impego nei reparti Covid. Ci sono poi casi di donne che hanno certificato di non volersi sottoporre al vaccino perché hanno programmato una gravidanza. Tutte motivazioni che, appunto, dovranno essere vagliate caso per caso.

Difficile sanzionare i sanitari no-vax

C’è poi il rischio di veder sguarniti dei reparti o servizi in caso di provvedimenti che, come prevede il decreto, portino ad allontanare il dipendente non vaccinato dalla sua mansione o a metterlo in aspettativa senza stipendio. Fino al 31 dicembre, se non ci saranno proroghe. Provvedimento contro il quale alcuni sanitari no-vax hanno preparato un ricorso – sulla scia di quanto sta accadendo in altre regioni – ritenendo illegittimo l’obbligo di vaccinazione.

Anche per questo Braganti ha auspicato un intervento normativo nazionale per fare chiarezza sui comportamenti da adottare da parte dei sistemi sanitari regionali.

Attualmente circa il 5% degli operatori socio-sanitari in Umbria risulta non vaccinato, mentre il 75% (24.766) ha completato il ciclo vaccinale.