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San Francesco al Prato, torna Raffaello | La realtà aumentata per scoprirne i tesori

A San Francesco al Prato un auditorium, ma non solo. La strada intrapresa dall’amministrazione Romizi sembra essere quella di abbandonare l’ipotesi del centro convegni in favore di quella che vedrà, oltre ad uno spazio riservato alla musica, un percorso museale virtuale che racconti quello che lì dentro c’è stato nei secoli. Sul modello dell’Ara Pacis, per per capirci, dove le origini di Roma e della famiglia di Augusto rivivono attraverso tour immersivi e multisensoriali capaci di catturare il pubblico.

Ma a Perugia si aspira a qualcosa di ancora più unico e su cui, secondo i ben informati, è già impegnato un gruppo di lavoro. L’idea è quella di una installazione che sfrutti le tecnologie di realtà aumentata in grado di riportare nella storia a 360 gradi e, a differenza dell’Ara Pacis, senza visori utilizzando, invece, proiettori ad altissima definizione che sfrutterebbero come schermo le bianche e nude pareti della struttura di San Francesco al Prato. “San Francesco al Prato – aveva annunciato l’assessore Calabrese durante il consiglio grande di ottobre – è il cantiere più importante della città, sia per il suo valore artistico che per quello turistico”.


San Francesco al Prato, viaggio nel disperso Pantheon di Perugia | Via al cantiere


Et voila, il cittadino potrebbe rivivere i colori di una volta, come entrato nella macchina del tempo e catapultato nel passato, insieme alle grandi opere ospitate nei secoli a San Francesco al Prato. Come uno scrigno prezioso custodisce il ricco correo, la missione è quella di riportare in ogni angolo un’opera come era nella sua originaria collocazione, forse anche con “la Deposizione” di Raffaello.

Le opere

La chiesa di Perugia ha infatti ospitato l’opera del Raffaello, il celebre dipinto facente parte della Pala Baglioni commissionata da Atalanta Baglioni per la tomba del figlio Grifonetto, assassinato dal cugino per vendetta nelle nozze di sangue. Ma quest’opera, insieme alle altre ospiti della struttura per un totale di 29 pezzi, furono oggetto delle tre spoliazioni napoleoniche tra il 1797 e il 1812. Situazione che si aggravò con il passaggio al Demanio avvenuto dopo l’Unità d’Italia. Attualmente l’originale del Raffaello è custodito nella Galleria Borghese a Roma. Il progetto della giunta Romizi potrebbe ricomporre, seppur virtualmente, il ricco corredo di opere di artisti di grande livello, ora sparsi in giro per il mondo, all’interno di questo prezioso scrigno.

Pantheon

Luogo artistico, ma San Francesco è anche storia della città e luogo di sepoltura di ben 100 famiglie perugine, come molte chiese fino al XVIII secolo. Ecco perché è anche nota come Pantheon di Perugia. Oltre che da religiosi e uomini illustri era prescelta soprattutto dalle nobili famiglie, mentre i ricchi borghesi prediligevano la sepoltura in San Domenico. In cambio di lasciti testamentari ai frati minori le nobili famiglie fecero costruire splendidi monumenti e cappelle, facendo a gara ad adornarle con opere di grandi maestri. Qui sono sepolti i resti di personaggi importanti, da Braccio Fortebaccio a tante famiglie storiche, i Baglioni, ad Ascanio della Corgna. Insomma, un pezzo importante della storia di Perugia. La missione sarà quindi quella di recuperare al meglio ricollocando in luogo consacrato (oramai questo non lo è più) tutti quanti sono oggi recuperabili, restituendo esplicito prestigio e onore alla loro memoria. Un progetto complesso e che, dopo tanti anni, potrebbe riportare questo “non luogo” ad avere un ruolo nella città. Le tempistiche? L’auditorium potrebbe essere pronto già all’inizio del 2018.