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Rubano oro per comprare mucche, terra e trattori in Georgia: in manette anche tre uomini a Perugia

Che in tempi di crisi certi beni tradizionali costituiscano l’unico rifugio sicuro è risaputo, ma scoprire che il denaro, ricavato da attività illecite condotte in Italia, serva all’acquisto di capi di bestiame, terreni e strumenti per la coltivazione della terra in Georgia, è stata una vera sorpresa per i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Novara, impegnati da mesi a contrastare l’attività di un agguerrito gruppo di georgiani dediti ai furti ad alla ricettazione su tutto il territorio nazionale. E’ quanto è emerso dalle indagini inserite nella continuazione dell’operazione “Danko” e che nei giorni scorsi ha portato al fermo di tre cittadini georgiani a Perugia, esecuzione di misure che va a sommarsi ad altri arresti effettuati, dai militari novaresi, da Natale ad oggi soprattutto in area lombarda.
Gli arrestati, trentatre in tutto, di cui cinque italiani, devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti ai danni di private abitazioni e ricettazione di oggetti preziosi e di valore. La loro area d’azione era principalmente il Piemonte orientale, la Lombardia ed il Veneto, ma non mancano le puntate a Prato, Genova, Napoli e Perugia, città scelta come rifugio e obiettivo dagli ultimi tre fermati, dopo la fuga dall’interland milanese, in seguito all’arresto dei loro complici nel gennaio scorso.
Tra i beni recuperati, il cui valore è davvero cospicuo (più di un milione di euro se si considera anche il denaro sequestrato ed alcuni orologi) sono di provenienza estera (Kuwait, Spagna, Francia, Germania e Giappone) e fanno parte di un “circuito” di beni ricettati estremamente specialistico, che trova uno dei suoi snodi principali nel capoluogo lombardo.
Molto particolari sono poi le modalità di commissione dei furti: i ladri hanno dimostrato una vera abilità, anche con l’ausilio di strumenti sofisticati, nel riuscire ad aprire le serrature senza danneggiarle, spingendo, in alcuni casi, gli sfortunati proprietari degli appartamenti “visitati” persino a ritenere di aver dimenticato di chiudere a chiave la porta.

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