Cronaca

Rossella Corazzin uccisa al Trasimeno? La ‘confessione’ di Angelo Izzo trova dei riscontri

Emergono nuovi particolari sul presunto omicidio che la banda del massacro del Circeo avrebbe commesso in Umbria, in una villa al Trasimeno: come emerso nei giorni scorsi, l’omicidio di Rossella Corazzin, una diciassettenne di Pordenone, sarebbe avvenuto circa un mese prima dei tragici fatti nella cittadina laziale e sarebbe stato commesso da Andrea Ghira che, insieme ad Angelo Izzo e Gianni Guido (la cui famiglia aveva una villa a Cortina d’Ampezzo, poco lontano da Tai di Cadore, dove la Corazzin era in vacanza con i familiari) formava la terribile banda.

È stato Izzo a sostenere, in due interrogatori risalenti ad agosto e a dicembre 2016 all’allora procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone (oggi in pensione), che Ghira (deceduto nel 1994) e alcuni amici notarono la diciassettenne durante una sosta: Rossella Corazzin fu caricata in auto (una jeep Land Rover) e portata prima a Riccione e poi al Trasimeno, dove venne uccisa, non prima di essere stata tenuta prigioniera per due-tre settimane e violentata. Ad agosto gli atti furono inviati ai magistrati di Perugia, che avrebbero però archiviato senza trovare conferme alla ricostruzione, ma nel dicembre 2016 Izzo fu di nuovo interrogato dai pm romani ai quali avrebbe raccontato le violenze della banda del Circeo. Gli atti sono stati mandati a Belluno che, per competenza, li ha rigirati a Perugia.

“Non partecipai al sequestro, mi trovavo a Positano” sostiene Izzo, che si è dichiarato anche estraneo al delitto. Secondo l’Ansa, Pavone sostenne che a Corazzin venne fatta una specie di rito”; il magistrato delegò alla Dia di Padova alcuni accertamenti. “Izzo parve sincero – dice – ed effettivamente trovammo dei riscontri: sapeva dettagli che poteva aver appreso solo da chi aveva direttamente partecipato ai fatti”. Il racconto di Izzo, sempre stando a fonti investigative che l’Ansa definisce “bene informate”, avrebbe trovato alcuni riscontri in dei vecchi fascicoli sulla scomparsa di Corazzin risalenti al ’75 e al 2003: in uno, in particolare, c’è la testimonianza di una donna che avrebbe visto Rossella a bordo di una jeep. “Facemmo la stessa cosa del Circeo”, avrebbe detto Izzo ai magistrati romani interrogato nel settembre del 2016 nel carcere di Velletri dove sta scontando due ergastoli per omicidio. Ora la procura perugina dovrà decidere se riaprire le indagini: così, forse, si potrebbe capire quale destino sia toccato alla diciassettenne bellunese.