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RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE CAVE, NEI GIORNI SCORSI IL SOPRALLUOGO

Nei giorni scorsi il vice sindaco con delega all'ambiente Stefano Lisci ha effettuato, insieme al tecnico dell'ufficio cave, una serie di sopralluoghi per verificare lo stato generale delle cave pubbliche e private presenti nel Comune di Spoleto.

Nel territorio comunale sono presenti circa una trentina di cave che, nel corso degli ultimi anni, hanno subito un destino diverso: si va dalle “vecchie cave di prestito”, attive negli anni '60 e '70 che hanno subito un naturale reinserimento ambientale, a quelle che richiedono oggi interventi complessi di riqualificazione, come ad esempio la cava di Eggi e alcuni siti presenti nell'area di Poreta.

“Il Comune di Spoleto si è dotato del Piano Comunale delle Attività Estrattive (PAE) già nel 2001 – ha dichiarato Lisci – e questo ha permesso di recuperare alcune aree compatibilmente con il contesto paesaggistico e ambientale presente. A distanza di dieci anni riteniamo sia necessario rivedere questo piano e prevedere, insieme alla Regione Umbria, una serie di interventi per eliminare definitivamente il degrado paesaggistico presente in aree come quella di San Giacomo-Poreta”.

L'obiettivo dell'Amministrazione comunale è di realizzare un lavoro altamente professionale che getti le fondamenta per interventi di riqualificazione ambientale su vasta scala.

Una prospettiva che nasce anche dalla volontà di sensibilizzare tutti quegli operatori le cui attività (le realtà estrattive più importanti attualmente presenti sul territorio comunale sono quattro) comportano un notevole impatto sul territorio, proponendo un modello di lavoro che garantisca lo sfruttamento delle risorse naturali ma in una logica sostenibile per l'ambiente.

“Chiaramente – ha aggiunto il vice sindaco Lisci – già oggi ci troviamo in presenza di attività estrattive che prevedono il riambientamento delle cave contestualmente alle operazioni di escavazione. Un lavoro che, tra l'altro, le ditte operanti sul territorio svolgono costantemente dimostrando rispetto e sensibilità nei confronti del contesto paesaggistico in cui operano. La necessità di rivedere il PAE nasce quindi dall'esigenza di dettare regole precise che garantiscano sempre e comunque e a prescindere dalla sensibilità o meno dei singoli, la salvaguardia dell'ambiente e del nostro territorio”.