Categorie: Cronaca Foligno

RIFIUTI “PAZZI” A FOLIGNO. ORA LA SPAZZATURA SI BUTTA ANCHE IN ACQUA (Foto TO®)

Cassette di plastica, bottiglie in vetro e in plastica, tubi flessibili in gomma, buste per la spesa, aste in ferro, canne di legno e, dulcis in fundo, addirittura ciabatte. È con questi ultimi oggetti che continua ad infittirsi sempre di più, giorno dopo giorno, l’inventario della spazzatura “pazza” abbandonata fuori dei cassonetti e dei bidoni, nella città di Foligno. Stavolta vittime dell’inciviltà sono le acque del Topinello del canale dei Molini, nel tratto in cui incrocia via San Giovanni dell’Acqua.
Costeggiando la ringhiera degli Orti Orfini per una passeggiata o per raggiungere una giostra del parco, soprattutto ora che si fa finalmente sentire la primavera, ci si sporge in un corso d’acqua indecifrabile, non solo per il suo colore, ma anche e soprattutto per quello che c'è nel letto del fiume. Non più pesci, papere, anatre, oche, cigni o presunti coccodrilli – che a questo punto sarebbero stati forse meglio – ma solo “monnezza”.
Il corso d’acqua, che attraversa da est a ovest Foligno all’interno delle proprie mura, corrisponde all’antico corso del fiume Topino, successivamente dirottato verso l’esterno della cinta muraria. È proprio lungo il canale dei Molini (detto anche Topinello) che in epoca medievale, fino ai primi anni dell’800, si sono concentrate le principali attività produttive della città della Quintana, tra cui moli da olio e da grano – da cui deriva il toponimo del canale –, concerie di pellami, lanifici, tintorie, manifatture di cera, saponerie e molte altre. Oggi solo porcherie varie e “pazze”. Che tempi signora mia!!

(Eli. Pan.)
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