Valnerina

Ricostruzione, proprietari costretti ad andare in banca per autorizzare i Sal nonostante il Coronavirus

Da una parte l’appello delle banche a non recarsi nelle filiali se non per motivi indispensabili, e previo appuntamento. Dall’altra l’italica burocrazia, che non si riesce superare nemmeno in tempi di Coronavirus. E così, mentre la ricostruzione post terremoto del 2016 è ufficialmente sospesa e per dare una boccata di ossigeno alle aziende il commissario straordinario Legnini dà il via libera al pagamento dei Sal parziali, rimane un problema di cui nessuno parla.

A segnalarlo è l’architetto Domenico Salimbeni di Norcia, tra i professionisti impegnati ormai da quasi 4 anni nella ricostruzione post sisma.

Problema per chi si trova fuori dal Comune dove è la filiale bancaria che segue la ricostruzione

“Quando gli intestatari dei conti corrente dedicati al sisma sono residenti fuori dal Comune dove è dislocata la filiale bancaria, questi devono spostarsi per autorizzare personalmente, e in filiale, il pagamento dei SAL ricostruzione” spiega l’architetto. Un problema frequente in Valnerina, che costringe i proprietari delle abitazioni terremotate a fare addirittura centinaia di chilometri per mettere una firma.

Già perché in questi territori spesso le case oggetto di pratiche di ricostruzione sono seconde abitazioni, con gli intestatari che vivono anche in altre regioni. Ma è un problema che interessa pure gli altri luoghi distrutti dal terremoto del 2016, alle prese con situazioni simili. Senza contare poi il numero esiguo di banche presente sul territorio, montano e poco popolato.

Le restrizioni per il Coronavirus

Se già doversi recare in banca, insomma, per autorizzare il pagamento dei Sal (gli stati di avanzamento dei lavori) si aggiunge già normalmente alle lungaggini burocratiche della ricostruzione, in tempi di Coronavirus rappresenta un problema.

Succede spessissimo – osserva l’architetto Salimbeni – che queste persone siano anziani, magari residenti lontani centinaia di km dalla filiale bancaria, che, oltre ad avere serie difficoltà di spostamento per le sacrosante restrizioni imposte dal Governo, ritengono rischioso uscire in quanto soggetti fragili”.

Dialogo tra Legnini e Abi

Eppure basterebbe poco per trovare una soluzione. Il professionista nursino propone ad esempio una delega al progettista, una procura non notarile o altro.

Il rischio è che altrimenti si blocchino i pagamenti, proprio mentre la struttura del commissario straordinario sta agendo in senso contrario. Per fortuna nelle ultime ore sembrerebbe che qualcosa si stia muovendo. Proprio il commissario alla ricostruzione Legnini pare si sia attivato per cercare una soluzione insieme all’Abi, l’associazione delle banche italiane.