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Primarie Pd, denunce: leghisti al voto e caso indiani

Aggiornamento primarie Pd A Terni, dove inizialmente sembrava difficile riuscire ad aprire un numero sufficiente di seggi (tanto da richiedere l’intervento dei vertici nazionali del partito) già nel tardo pomeriggio è stato annunciato il superamento dell’affluenza delle precedenti primarie in Umbria. Ma scoppia il caso legato ad alcuni operai indiani che si sono presentati al seggio. Presumibilmente per votare Bocci, stando almeno al tono scandalizzato con cui alcuni sostenitori di Verini hanno parlato di “vergogna”. Stranieri (che in base al regolamento delle primarie possono votare se lavorano e risiedono regolarmente in Umbria, protagonisti anche a Spoleto, dove di registra una presenza anomala di cittadini rumeni.

Alle 20 si chiudono le urne, poi subito la conta delle schede per vedere se avrà vinto Gianpiero Bocci o Walter Verini.


Noti simpatizzanti della Lega alle primarie Pd per la scelta del segretario regionale. La denuncia corre sui social, in più città, nei seggi allestiti per consentire al popolo dem di scegliere tra Gianpiero Bocci e Walter Verini.

Un rischio, quello della “chiamata al voto”  di persone non di fede dem, che era stato paventato anche alla vigilia, segnata dalla protesta dei sostenitori di Verini al nazionale per i pochi seggi attivati in alcune realtà.


Pd, già colpo di scena nella sfida Bocci-Verini


Il regolamento delle primarie, del resto, rende il voto aperto un po’ a tutte le persone iscritte nelle liste elettorali. E visto il segreto dell’urna, è difficile escludere qualcuno perché dichiaratamente di un altro partito. Solo che, questa volta, pare che in qualche seggio si sia esagerato, perché si sono recati al voto, con i 2 euro in mano, personaggi notoriamente appartenenti al partito di Matteo Salvini.