Cronaca

“Prefigurare il futuro”, ascolto ed empatia per affrontare il cambiamento

Parlare non è comunicare. Rinnovare il proprio modo di comunicare e ascoltare e imparare ad essere empatici per comprendere sé stessi e interagire meglio con gli altri. Capire il funzionamento del nostro cervello, in particolare i meccanismi che innescano il pregiudizio e attivano il contagio emotivo. Allenarsi al cambiamento attraverso la conoscenza delle capacità cerebrali, per non soccombere ai forti mutamenti sociali ed economici attuali. Obiettivi raggiungibili grazie alla neuro psicopedagogia didattica che può fornire a ciascuno gli strumenti per potenziare la capacità di entrare in contatto con se stessi e con l’altro per valorizzare le risorse dei singoli e delle comunità.

Nozioni ed emozioni saranno al centro dell’incontro gratuito “Parlami ti ascolto: i segreti della neuroscienza” in programma a Spoleto mercoledì 5 dicembre, dalle 16 alle 19, presso Albornoz Palace Hotel (viale Giacomo Matteotti, 16). L’iniziativa è partita proprio da Spoleto lo scorso novembre con uno speciale “kick off” che ha riscosso grande successo e si colloca all’interno del percorso itinerante nazionale “Prefigurare il futuro, metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità”: unico nel suo genere il progetto è ideato dalla Fondazione Patrizio Paoletti, ente di ricerca in campo neuroscientifico e psicopedagogico, e promosso attraverso lezioni tenute da psicologi, formatori e neuroscienziati.

“Vogliamo dare a tutti una chance di riqualificazione personale e condividere quei saperi che riguardano le possibilità della mente umana di autoprogrammarsi e trasformare il disagio e l’incertezza, date dalle sfide quotidiane che in questo tempo storico affrontiamo, in una nuova sensibilità per sé stessi, per gli altri, per la vita, fatta di attenzione e volontà – sottolinea Patrizio Paoletti, presidente della omonima Fondazione. Attraverso questi incontri vogliamo sostenere i singoli e le comunità e promuovere un’azione educativa che possa rilanciare la società, la scuola e l’economia. Potenziare la consapevolezza, la speranza e la progettualità è il percorso che offriamo a tutti coloro che vogliono guardare al futuro in maniera positiva, mettendosi in gioco a partire da sé stessi”.

L’evento è aperto alla partecipazione gratuita di tutti: ci si può prenotare telefonando al numero 06/8082599 o mandando un sms al 3938165974 (inserendo nome, cognome, età, professione) o collegandosi al sito fondazionepatriziopaoletti.org e compilando un semplice format.

L’incontro sarà condotto, oltre che da Patrizio Paoletti, da Tal Dotan Ben Soussan, direttore del laboratorio di ricerca in neuroscienza, pedagogia e didattica della Fondazione Patrizio Paoletti e da Tania Di Giuseppe, psicologa della Fondazione e responsabile del percorso itinerante nazionale “Prefigurare il futuro”. Sarà presente, per i saluti istituzionali, il sindaco del Comune di Spoleto Umberto De Augustinis. Parteciperanno inoltre Suor Anna Maria Lolli e Don Edoardo Rossi, coordinatori del Centro Diocesano per la Pastorale Giovanile di Spoleto.

Dopo le due precedenti esperienze realizzate nel 2017 e 2018 e dedicate alle comunità colpite dal sisma in Umbria e Marche, il progetto “Prefigurare il futuro” 2018/19 è articolato su base nazionale e prevede tappe ad Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Venosa, Roma, Bari, Matera, Catanzaro e Siracusa. È declinato su diversi ambiti di intervento, tre emergenze educative: giovani e futuro (scuola e lavoro), ascolto e inclusione (promozione di processi comunicativi di pace), costruzione interiore (resilienza e superamento delle avversità).

“Prefigurare il futuro” è ideato da Patrizio Paoletti e realizzato gratuitamente dalla Fondazione omonima. Quest’anno in Umbria si svolge anche grazie alla collaborazione della Pastorale Giovanile Spoleto-Norcia, del Comune di Spoleto e dell’Ordine degli assistenti sociali dell’Umbria e con il patrocinio del CONI Umbria e della Regione Umbria.

L’edizione 2018/19 è patrocinata dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e dalla Cattedra Unesco dell’Università della Basilicata.