Terni

Popolo Arcobaleno contro Sentinelle in piedi, su Ddl Zan è scontro a Terni

Le bandiere ‘arcobaleno’ da una parte, le sentinelle in piedi dall’altra, a Terni il Ddl Zan già divide.

Il Ddl Zan

Piazza della Repubblica colorata e festante, ma anche con approfondimenti sulla ratio della legge relativa all’introduzione nel nostro ordinamento di un’aggravante per i reati commessi sulla base di motivi fondati sul genere, orientamento sessuale o sull’identità di genere, andando ad estendere la tutela già prevista dall’art. 604 ter codice penale (ex Legge Mancino), riferita, ad oggi, ai soli motivi di discriminazione legati all’etnia, alla razza, alla nazionalità o alla religione.

Il popolo arcobaleno

Il ‘popolo arcobaleno’ si è dato appuntamento nella giornata di ieri a piazza della Repubblica per spiegare le ragioni in virtù delle quali sostiene il Dl Zan: “Riteniamo urgente un provvedimento che tuteli la sicurezza e la libertà delle persone indipendentemente dal proprio orientamento sessualesostengono gli organizzatoriidentità di genere e genere biologico, a fronte del crescente numero di casi di violenza ed aggressione nei confronti di donne, gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Non possiamo rimanere indifferenti alle aggressioni verbali e fisiche, accadute negli ultimi giorni, ai danni di alcuni ragazzi che manifestavano pacificamente a favore del disegno di legge, colpevoli di sbandierare il vessillo rainbow”.

Popolo arcobaleno

Sentinelle in piedi

Contemporaneamente, a piazza Tacito, le ‘Sentinelle in piedi’, movimento conservatore orientato verso la destra politica, hanno manifestato contro lo stesso Ddl Zan, ritenendolo addirittura “liberticida”. “Questo tipo di legge metterebbe in discussione l’art.21 della Costituzione – sostengono gli organizzatori – che tutela la libertà di espressione, ad esempio vietando l’espressione del pensiero in ordine agli stili di vita e alle rivendicazioni LGBT”.

Sentinelle in piedi

Sentinelle un’ora in silenzio

Nonostante non sembra ci siano i presupposti per una sorveglianza, le Sentinelle hanno manifestato per un’ora in piedi e in silenzio, con l’ordine di non rispondere a nessuno e non accettare provocazioni, per ribadire che in Italia non esiste un allarme omofobia, visto che: “Il Ministero degli Interni – sostengono le Sentinelle – riporta mediamente soltanto 40 segnalazioni all’anno di reati omotransfobici in tutto il paese, e soltanto una piccola parte di questi corrisponde a casi accertati. Anche un solo caso di violenza sarebbe grave – continuano – ma è già giustamente punibile e perseguibile e non rappresenterebbe quella emergenza sociale che si invoca come pretesto per approvare questa legge”.

Convenzione di Strasburgo

Peraltro, come è scritto nel preambolo della Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali, fatta a Strasburgo il 1° febbraio 1995 e ratificata dall’Italia con la legge 28 agosto 1997, n. 302 (entrata in vigore il 1° marzo 1998), “una società che si vuole pluralista e genuinamente democratica deve non solo rispettare l’identità etnica, culturale, linguistica e religiosa di ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale, ma anche creare condizioni appropriate che le consentano di esprimere, di preservare e di sviluppare questa identità”

L’Unione Europea

L’ordinamento europeo in materia poi è abbastanza chiaro, visto che la tutela delle minoranze è contemplata nell’atto costitutivo dell’Unione Europea.

L’Unione europea si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, come stabilito all’articolo 2 del trattato sull’Unione europea (TUE). Al fine di garantire il rispetto di tali valori, l’articolo 7 del TUE prevede un meccanismo dell’UE per determinare l’esistenza, con l’eventuale sanzione, di violazioni gravi e persistenti dei valori dell’UE da parte di uno Stato membro, meccanismo che è stato recentemente attivato per la prima volta. L’UE è inoltre vincolata dalla propria Carta dei diritti fondamentali, la quale stabilisce che tali diritti devono essere rispettati dall’Unione europea e dagli Stati membri nell’attuazione del diritto dell’UE. L’UE si è altresì impegnata ad aderire alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

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