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POPOLARE SPOLETO, GOVERNO BERLUSCONI “BANKITALIA CHIEDE PIU’ INTERVENTI, NON SOLO CAMBIO DEL VERTICE”

di Carlo Ceraso

Banca Popolare Spoleto, parla il Governo Berlusconi. E lo fa rivelando nuovi frammenti di quella blindatissima relazione elaborata dagli ispettori di Palazzo Koch che ha dato il via al terremoto che da tre settimane scuote l’istituto di credito umbro. Un documento, in parte rivelato da Tuttoggi.info, che è alla base del defenestramento da Palazzo Piancini dell’ormai ex presidente Giovannino Antonini (che sta manovrando, forte dell’aiuto di 3 consiglieri, per prendere la presidenza della controllante Scs attualmente guidata da Fausto Protasi) e dell’ex vice presidente vicario, l’avvocato Marco Bellingacci (che però non si è dimesso dalla carica di consigliere del Cda Bps).

In Commissione – se 25 parlamentari del Pdl non sono riusciti a far discutere all’Aula di Montecitorio una interrogazione in cui veniva addirittura messo in dubbio il ruolo stesso di Bankitalia nel ‘caso’ Popolare Spoleto (primo caso nella storia), l’onorevole Francesco Barbato (Italia dei Valori), come annunciato da TO®, è riuscito a portare il Governo in Commissione Finanze della Camera per sapere quali azioni normative l’esecutivo “intenda assumere per proteggere consumatori, clienti e piccoli azionisti delle banche da comportamenti poco trasparenti e spregiudicati, in particolare definendo una normativa più stringente che, prima ancora dei pronunciamenti di sentenze penali, consenta l'accesso a ruoli di importante responsabilità nell'amministrazione delle banche solo a quei manager che si qualifichino, oltre che per la capacità professionale, anche per una forte connotazione etica”. L’interrogazione, a risposta immediata, è protocollata al numero 5/04217.

Il Governo – a rappresentare il ministro Tremonti c’era il sottosegretario Sonia Viale (Lega nord, nella foto). Leggiamo la relazione del sottosegretario: “…la Banca d'Italia ha segnalato che, in esito ad accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso la BPS nel 2010, ha chiesto all'intermediario di adottare un articolato piano di interventi che preveda, tra l'altro, un significativo ricambio nella composizione dell'organo amministrativo, a partire dai componenti di vertice dello stesso. In data 15 febbraio 2011 il Presidente (Antonini, n.d.r.) e il Vice-Presidente vicario (Bellingacci, n.d.r.) del CdA BPS hanno rassegnato le proprie dimissioni dai rispettivi incarichi e il primo anche dalla carica di consigliere di amministrazione”. Poche parole, nel linguaggio asciutto e austero tipico del Parlamento, ma che svelano due rilevanti novità. La prima: Bankitalia non ha chiesto solo la ‘testa’ della presidenza del Cda ma più interventi (probabilmente un maggior controllo sulle procedure interne). La seconda: i funzionari di Draghi si attendono un “significativo ricambio a partira dalla presidenza; come a dire che ci sarebbero altri consiglieri del Cda in quota alla Scs non sarebbero proprio idonei al ruolo ricoperto. All’inizio del suo intervento l’onorevole Viale aveva ricordato che già il Testo unico bancario prevede specifiche norme per quanto concerne i requisiti di onorabilità in capo agli amministratori di banche e società finanzierie a queste legate. Aggiungendo subito dopo che anche il Governatore Mario Draghi “ha auspicato l'introduzione nel nostro ordinamento, in linea con quanto previsto in altri paesi, di un potere di rimozione in capo all'Organo di Vigilanza dei responsabili di gestioni scorrette o altamente rischiose prima che la situazione sia gravemente deteriorata e si debbano perciò attivare provvedimenti di rigore”.

La replica – l’on. Barbato ha criticato la risposta del Governo che ha eluso una parte dell’interrogazione, quella circa la “la nomina di Jean Pierre Moustier a responsabile del settore Corporate & investment banking di Unicredit”. “Icittadini italiani e, con essi, i parlamentari di Italia dei Valori – si legge nel report della Camera – non tollerano più i metodi discutibili e poco trasparenti che caratterizzano la gestione delle aziende di credito, nei confronti dei quali, ormai, soltanto la magistratura svolge una meritoria azione di freno.

L’integrazione del sottosegretario – al termine della replica l’onorevole Viale ha ripreso la parola. Una integrazione però dal contenuto scontato e, proprio per questo, destinato a sollevare qualche interrogativo. Leggiamo: “ricordo che la vigilanza in materia bancaria e creditizia spetta alla Banca d'Italia e che l'ordinamento consente l'adozione di provvedimenti cautelari nei confronti dei titolari organi amministrativi e di controllo degli istituti di credito nei cui confronti siano stati avviati procedimenti penali, anche prima dell'emanazione della sentenza definitiva nei loro confronti”. Perchè il sottosegretario ha voluto sottolineare aspetti che i membri della Commissione Finanze non possono non sapere? E ancora, perchè il richiamo all’azione penale?

Oggi Cda Bps – intanto per questo pomeriggio è fissato un nuovo consiglio della Banca chiamato a discutere, a quanto se ne sa, più punti all’ordine del giorno. Anche se quello più importante ruota intorno al d.g. Alfredo Pallini, “temporaneamente sospeso” dall’ex Antonini. Una decisione che il neopresidente D’Atanasio ha sottoposto alla Proprietà (Scs e Mps) chiedendo di indicare se il contratto che lega Pallini all’istituto va rinnovato o rescisso (e in questo caso a quale costo massimo). Ma i soci di maggioranza e minoranza non hanno finora fatto sapere niente di concreto: Mps intenzionata a riconfermare il d.g., Scs alle prese con la mozione di sfiducia presentata nei confronti di Protasi e che sarà discussa lunedì prossimo. E’ molto probabile che il cda odierno discuta della vicenda, forse arrivando anche a reintegrare l’alto funzionario in attesa di conoscere le decisioni della proprietà.

Consiglio comunale sul credito – intanto tutti i capigruppo del consiglio comunale cittadino (primo firmatario Sergio grifoni) hanno presentato la richiesta di indire un Consiglio comunale aperto sul tema del credito al quale invitare tutti i soggetti interessati. Nelle preoccupazioni della politica – rimasta finora silente – non c’è solo la vicenda Bps ma anche i nuovi assetti della Cassa di Risparmio di Spoleto. Su questa mozione si è aperto un vero ‘giallo’, dal momento che un sito locale ha rilanciato la notizia spiegando che i capigruppo avrebbero di fatto chiesto la partecipazione in Aula del neopresidente D’Atanasio e dell’ex Antonini. Un vero e proprio schiaffo quindi al presidente Protasi che è ancora in carica alla guida della Scs. A meno che quel sito non sappia già come andrà a finire il voto di sfiducia di lunedì prossimo. Misteri di certa informazione.

La notizie viene seccamente smentita da vari capigruppo. “Non abbiamo fatto alcun nome – dice al telefonino Sergio Grifoni – perché non ci interessa sapere chi verrà in Consiglio, di certo auspichiamo la presenza dei presidenti delle due banche, della Scs e della Fondazione CaRiSpo”.

(ha collaborato M.V. e S.C.)

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(Aggiornato alle 12.16)

LA SEDUTA IN COMMISSIONE FINANZE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Interrogazione dell'On. Francesco Barbato (Rafforzamento della disciplina relativa ai requisiti di onorabilità degli esponenti bancari): “Al Ministro dell'economia e delle finanze

– la Banca d'Italia, a seguito di un'ispezione presso la Banca Popolare di Spoleto, ha chiesto una discontinuità nella governance della Banca, soprattutto in ordine al presidente Giovannino Antonini, al quale vengono attribuite dagli ispettori di via Nazionale gravi responsabilità nel corso della sua presidenza, ed il cui nome è comparso in alcune intercettazioni riguardanti la cosiddetta P3, e più precisamente in telefonate tra Flavio Carboni ed il senatore Marcello dell'Utri che spende il nome, appunto di Antonini, per la realizzazione di un parco eolico; sulla base di tali sollecitazioni della Banca d'Italia, per salvaguardare la BPS e gli azionisti erano state annunciate le dimissioni del Presidente Antonini e del vicepresidente vicario Marco Bellingacci; secondo notizie contenute in un articolo apparso il 15 febbraio 2011 su Finanza&Mercati, pare tuttavia che ci sia stata una retromarcia del Presidente Antonini, il quale ha dichiarato che: «La parola dimissioni non è stata ancora pronunciata, né tantomeno è decaduto il Consiglio»; da notizie di stampa si apprende inoltre che Antonini «sta tentando un blitz per conquistare la presidenza della Spoleto credito e servizi Scrl, controllante al 51 per cento della BPS al posto di Fausto Protasi, che a sua volta diventerebbe Presidente della Popolare»; è molto preoccupante assistere a siffatti comportamenti degli amministratori delle banche, ed occorre pertanto che, a fronte di operazioni irregolari o comportamenti scorretti dei manager, il Governo assuma provvedimenti legislativi volti ad impedire il libero ed indisturbato transito da una banca all'altra di banchieri discussi, molti dei quali si sono finora segnalati per aver compiuto scelte utili solo a se stessi, in danno dei consumatori, dei piccoli azionisti e dei clienti delle banche, quali, ad esempio, il nuovo capo della divisione corporate di Unicredit, Jean Pierre Mustier, condannato per insider trading in relazione ad una vicenda occorsa nel suo precedente incarico presso altra banca -: quali iniziative di carattere normativo intenda assumere per proteggere consumatori, clienti e piccoli azionisti delle banche da comportamenti poco trasparenti e spregiudicati, in particolare definendo una normativa più stringente che, prima ancora dei pronunciamenti di sentenze penali, consenta l'accesso a ruoli di importante responsabilità nell'amministrazione delle banche solo a quei manager che si qualifichino, oltre che per la capacità professionale, anche per una forte connotazione etica”.

La risposta del Sottosegretario On. Viale: “Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione dell'Onorevole Barbato, facendo riferimento alle notizie di stampa riguardanti le vicende sul ricambio del vertice societario della Banca Popolare di Spoleto, auspica iniziative di carattere normativo volte a rendere più stringenti i requisiti per svolgere compiti di amministrazione delle banche. In particolare, l'interrogante ritiene che, oltre alle capacitàprofessionali, vadano tenute presenti le qualità etiche dei soggetti interessati. Al riguardo, si osserva in via preliminare che, al fine di assicurare la sana e prudente gestione, il Testo Unico bancario (TUB) richiede il possesso di specifici requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza in capo ai soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo presso banche e società finanziarie capogruppo di gruppi bancari. A norma dell'articolo 26 del Testo Unico bancario, la verifica dei suddetti requisiti è rimessa in prima istanza agli stessi intermediari. In particolare, spetta al consiglio di amministrazione, al consiglio di sorveglianza o al consiglio di gestione dichiarare la decadenza per difetto dei requisiti di onorabilità nel caso di condanna definitiva per i reati previsti dell'articolo 5 del decreto ministeriale 18 marzo 1998 n. 161, entro trenta giorni dalla nomina o dalla conoscenza del difetto sopravvenuto. La Banca d'Italia interviene in caso di inerzia degli intermediari, pronunciando la decadenza degli esponenti privi dei requisiti. Analoga impostazione regola la sospensione della carica ai sensi dell'articolo 26 Testo Unico bancario e dell'articolo 6 del decreto ministeriale n. 161 del 1998 nel caso di condanna con sentenza non definitiva per uno dei reati previsti dal predetto articolo 5 ovvero nel caso di sottoposizione a misure cautelari di tipo personale. Nelle Considerazioni Finali del Governatore della Banca d'Italia del maggio scorso, viene posto in evidenza che la normativa sui requisiti degli esponenti aziendali è un fondamentale presidio della sana e prudente gestione degli intermediari e una garanzia per la stabilità degli stessi; in tale ottica, viene auspicata l'introduzione nel nostro ordinamento, in linea con quanto previsto in altri paesi, di un potere di rimozione in capo all'Organo di Vigilanza dei responsabili di gestioni scorrette o altamente rischiose prima che la situazione sia gravemente deteriorata e si debbano perciò attivare provvedimenti di rigore. Ciò posto, con riferimento alla specifica vicenda richiamata dall'On. Barbato, la Banca d'Italia, sentita in argomento, ha segnalato che, in esito ad accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso la Banca Popolare di Spoleto nel 2010, ha chiesto all'intermediario di adottare un articolato piano di interventi che preveda, tra l'altro, un significativo ricambio nella composizione dell'organo amministrativo, a partire dai componenti di vertice dello stesso. Per completezza d'informazione, si comunica che in data 15 febbraio 2011 il Presidente e il Vice-Presidente vicario del consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Spoleto hanno rassegnato le proprie dimissioni dai rispettivi incarichi e il primo anche dalla carica di consigliere di amministrazione”.

La replica dell'On. Barbato: “Francesco BARBATO (IdV) osserva preliminarmente come nella propria interrogazione avesse fatto riferimento non soltanto alla vicenda che vede coinvolto il presidente della Banca popolare di Spoleto, Giovannino Antonimi, ma anche alla nomina di Jean Pierre Moustier a responsabile del settore Corporate & investment banking di Unicredit. In proposito rileva come i cittadini italiani e, con essi, i parlamentari di Italia dei Valori, non tollerino più i metodi discutibili e poco trasparenti che caratterizzano la gestione delle aziende di credito, nei confronti dei quali, ormai, soltanto la magistratura svolge una meritoria azione di freno. Osserva, quindi, la politica, invece di limitarsi ad attendere i provvedimenti definitivi adottati dall'autorità giurisdizionale, dovrebbe assumersi il compito di favorire una selezione dei manager bancari basata anche sul possesso dei necessari requisiti etici, a prescindere dall'azione della magistratura, in considerazione del fatto che gli istituti di credito svolgono funzioni vitali per il sistema economico e per la società civile. In particolare, ritiene che le istituzioni politiche non debbano consentire né opache manovre finalizzate all'acquisizione del controllo delle banche, come quella che ha avuto ad oggetto la Banca popolare di Spoleto, e che, secondo quanto riportato da «Il Fatto-quotidiano», avrebbe visto i vertici della Banca d'Italia prestarsi ad una manovra che intenderebbe portare la Banca popolare umbra sotto il controllo del Monte dei Paschi di Siena, né il transito libero e indisturbato da una banca all'altra di banchieri quantomeno discussi, come avvenuto nel caso di Jean Pierre Moustier”.

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