Terni

Piano scuola, anche a Terni manifestazione ‘contro’ Azzolina

Migliaia di genitori, insegnanti e studenti arrabbiati si preparano a scendere in piazza. Da Torino a Palermo, passando per Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli ed anche a Terni, in piazza Europa giovedì 25 giugno alle 18.00, il mondo della scuola si ribella.

Comitato Commissari Mense

Tramite il Comitato Commissari Mense anche Terni ha aderito alla manifestazione ed è tra le 60 città in cui i genitori sono pronti a chiedere un rientro sui banchi a settembre in completa sicurezza, senza la didattica a distanza, senza i turni tra gli studenti costretti a stare metà in classe e metà a casa per mancanza di spazi, senza le ore di lezione ridotte a 40 minuti.

Piano scuola

“Abbiamo letto il Piano Scuola presentato ieri dalla ministra Azzolina a Regioni e sindacati” dicono Marta Frittella -referente per Terni del gruppo nazionale Priorità alla Scuola , Patrizia Marinelli e Cristina Feliziani (che nel 2016 hanno formato il Comitato Commissari Mense insieme ad altri genitori per difendere le cucine in loco nelle scuole ternane) “è vergognoso. Così a settembre non avremo un piano, non avremo una scuola, e i nostri bambini non sappiamo dove e come porteranno avanti gli studi, chi è indietro sarà penalizzato, resterà sempre più indietro. Si parla di dividere le classi, di turni, di integrare con la didattica a distanza (che ha lasciato indietro i più fragili, i bambini che con i genitori al lavoro hanno dovuto fare da soli e rischieranno di non poter recuperare quanto perso neanche il prossimo anno)”.

Rientro a scuola

“Si parla addirittura di fare classi miste di diverse età – continua il Comitatoe che programma scolastico si porterà avanti?E’ previsto di lasciare all’autonomia dei presidi la pianificazione per garantire il ritorno alla didattica in presenza a settembre, ma senza che siano indicate condizioni minime né risorse aggiuntive disponibili. Ecco di cosa non si parla, delle uniche cose che avrebbero dovuto fare: – stanziare più soldi per la Scuola – inserire più docenti nell’organico – individuare locali adeguati per poter mantenere il distanziamento durante le lezioni. Solo questo è fondamentale fare, stanno continuando a brancolare in un delirio senza fine , ci finiranno dentro i ragazzi che non hanno un genitore fisso a casa, che non hanno possibilità economiche per pagare un insegnante che gli faccia lezioni di recupero, che non hanno le possibilità e minori competenze digitali”.

Manifestazione

Il comitato nazionale Priorità alla Scuola, che già il 18 aprile ha scritto una lettera alla ministra Azzolina ed ha manifestato il 23 maggio in 19 città, per l’evento di giovedì vedrà al suo fianco nelle piazze anche 48 organizzazioni nazionali e decine di associazioni tra cui Cobas Scuola, Flc Cgil, collettivi studenteschi, docenti precari, Non Una di Meno e universitari, per chiedere lo stanziamento di fondi extra, un numero adeguato di insegnanti e personale Ata, più spazi per gli istituti, investimenti strutturali per l’edilizia e protocolli di prevenzione sanitaria. Ma non solo, ribadisce un sonoro “no” alla riduzione del tempo scuola, alle lezioni da 40 minuti anziché 60, alla prosecuzione della didattica a distanza e all’esternalizzazione di servizi educativi per completare il tempo scuola.