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Perugia, sequestrati 9 chili di droga dalla Guardia di Finanza

Brillanti risultati del Gruppo Operativo Antidroga del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia  di Finanza di Perugia che, in tre distinte operazioni conclusesi in questa settimana, hanno sequestrato ingenti quantità di sostanze stupefacenti nonché proceduto all’arresto dei relativi responsabili.

In una prima operazione, i finanzieri sono riusciti ad individuare un box auto di un condominio di Perugia, località Ponte San Giovanni, adibito a deposito di droga dove, dopo aver atteso tutta la notte, sono riusciti ad intercettare e fermare due spacciatori di origine albanese.  All’interno del garage, sono stati rinvenuti 8 involucri di cellophane contenenti ognuno circa 1 kg di marijuana, pronta per lo spaccio, nonché nel corso della successiva perquisizione una scatola contenente un etto di pasta di cocaina. Nel box sono state trovate anche due saldatrici professionali, presumibilmente risultato di furti in cantieri edili e numerose taniche vuote che avevano un intenso odore di gasolio, messe lì proprio per confondere l’odore della marijuana. I due spacciatori di origine albanese, E.S. e A.T., rispettivamente di 31 e 23 anni, sono stati quindi arrestati ed associati presso la Casa Circondariale di Capanne a disposizione del magistrato di turno.

Ieri pomeriggio, gli uomini del Gruppo Operativo Antidroga hanno altresì sequestrato 110 grammi di cocaina provenienti dall’Argentina, destinati al mercato locale, e 5 scatole di sostanza da taglio, per il confezionamento delle relativi dosi da spacciare nel comprensorio dell’Alto Tevere, traendo in arresto un cinquantenne, U.R., residente in una frazione di Umbertide. Grazie a questi interventi, che si aggiungono al recente sequestro operato a Parma di oltre 7 etti di eroina diretta al capoluogo umbro, le Fiamme Gialle di Perugia hanno inferto un duro colpo ai trafficanti che si arricchiscono con i proventi della droga. Difatti, la marijuana e la cocaina, immesse nell’illecito mercato dello spaccio al dettaglio, pari a 8.000 dosi, avrebbero fruttato ai responsabili circa 100.000 euro di proventi illeciti.