Istituzioni

Perugia, rotatoria Elce intitolata alle vittime della mafia

Un grande applauso ha suggellato la scopertura della targa di intitolazione alle vittime della mafia della rotatoria di Elce (tra Via A. Vecchi e Via O. Antinori), nel corso della cerimonia che si è tenuta ieri mattina, 21 aprile, e che ha fatto seguito a quella di ieri alla rotatoria tra Via Perari e Via del tabacchificio a Pian di Massiano, intitolata ai Martiri di Via d’Amelio

Molte infatti le persone presenti, a cominciare dagli alunni della seconda media della scuola Da Vinci di Elce e di quelli della quarta elementare della Primaria di Olmo, il Sindaco Andrea Romizi, l’assessore comunale Dramane Wagué Presidente della Commissione Toponomastica, il Vice Presidente Carmine Camicia, il Presidente della Commissione regionale contro le infiltrazioni e la criminalità mafiosa Giacomo Leonelli, i rappresentanti delle forze dell’ordine, alcuni consiglieri comunali e i rappresentanti di Libera, Walter Cardinali, coordinatore regionale e Roberto Orfei, per Perugia.

“Grazie a Libera -ha detto in apertura di cerimonia il consigliere Camicia- due anni fa il Consiglio comunale di Perugia e la Giunta hanno potuto intitolare due importanti sale di Palazzo dei Priori ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e ad Emanuela Loi, la poliziotta uccisa nella strage di Via d’Amelio, un gesto di grande civiltà che, come questa intitolazione, sono necessari per ricordare e far conoscere chi erano queste persone ai ragazzi di oggi.”

Ragazzi che, come ha tenuto a sottolineare l’assessore Wagué, sono molto impegnati nel corso dell’anno scolastico con progetti sulla legalità, per non dimenticare la storia del nostro paese, ma anche per costruire una nuova coscienza civile.

“Con Libera -ha aggiunto- abbiamo condiviso ogni passo di questo percorso e abbiamo scelto questa rotatoria proprio perchè vicina alla scuola e alla zona universitaria.”

E’ stata proprio l’associazione di Don Ciotti -nell’ambito del suo costante impegno per la nascita di una coscienza civile di lotta alla mafia- a presentare alla commissione toponomastica la proposta dell’intitolazione per ricordare tutte le persone, la cui vita è stata stroncata dalla crudeltà mafiosa. La commissione ha accolto con grande favore la richiesta condividendo la necessità di azioni e strategie per l’affermazione della legalità.

“E’ fondamentale che noi adulti riusciamo a trasmettere ai giovani queste memorie -ha sottolineato Walter Cardinali presidente di Libera Umbria- ma soprattutto a dare loro esempi credibili e concreti di ciò che si può fare per combattere le mafie, perchè, come dice Don Ciotti, c’è bisogno di tutti noi, in un confronto costante, continuo e vero tra cittadini e istituzioni.” “Non ci fermeremo qui -ha aggiunto Roberto Orfei- chiederemo anche altre specifiche intitolazioni, per poter dare giustizia a chi giustizia non l’ha avuta.”

Un invito a sentirsi uniti nella lotta alle mafie è arrivato anche direttamente dai ragazzi della seconda media che hanno letto alcuni brani dei lavori svolti durante l’anno nell’ambito del progetto “Dall’io al noi. La città che noi vogliamo”.

Un invito colto sia dal consigliere regionale Leonelli che dal Sindaco Romizi. “Il problema della pervasività delle mafie, oggi, nel tessuto economico e sociale di tanti territori -ha detto Leonelli- è un problema con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno. In Umbria, il presidio sociale e culturale di legalità è forte, ma non è mai abbastanza e per questo è importante continuare a lavorare, nelle scuole come nelle strade.”

“La cerimonia di oggi -ha aggiunto, da parte sua, il Sindaco Romizi- non è solo per ricordare, ma anche per responsabilizzare ciascuno di noi su ciò che può fare per contrastare la criminalità organizzata. La mafia non la si combatte solo in Sicilia o solo se si appartiene alle forze dell’ordine, ma ovunque e in ogni situazione, a scuola come a lavoro, tutti insieme, con la consapevolezza che abbiamo importanti esempi da seguire e onorare.”

Nel corso della cerimonia è stata anche scoperta una stele, realizzata dall’artista napoletano Sabato Ariante, a simboleggiare tutte le vittime della mafia, ma soprattutto la volontà di un movimento culturale che allontani la società civile dalla criminalità.

La stele, che resterà esposta a Palazzo dei Priori per alcune settimane, è composta da tre fasce di colori, quella superiore, in argento -il metallo della purezza- sta a simboleggiare i tutori dell’ordine. Non a caso, vi sono impressi sei fori, da cui cola vernice rossa, a ricordare tutti coloro che nel corso di questa lotta hanno perso la vita. Al centro, una fascia di colore nero è, invece, la zona della morte e dell’oblio, mentre la parte più bassa, rosso rubino, rappresentano la terrà che accoglie le vittime della mafia.