Istituzioni

Perugia, prezzi a rialzo in 169 distributori di caffè e snack

Ancora caffè amaro a palazzo dei Priori a Perugia. Sull’inchiesta della Procura della Repubblica sui distributori automatici che avrebbero venduto caffè e snack a prezzi maggiori di quelli stabili sulla concessione punta il dito anche il M5S. “Sono 169 i distributori automatici di bevande e snack: 48 negli uffici comunali, 97 negli istituti scolastici e 24, negli uffici giudiziari“. Quattro gli indagati: i tre rappresentanti della Ristoroh24 srl, società che ha vinto la gara d’appalto, e un dipendente di Palazzo, al tempo funzionario del Comune. E proprio i consiglieri comunali pentastellati nelle scorse ore hanno richiesto l’attivazione della commissione controllo e garanzia. “Snack e prodotti – spiegano i grillini – di cui deve garantirsi la qualità, con inserimento di prodotti per celiaci ed intolleranti al lattosio, prodotti dietetici ed equosolidali, e anche la varietà, con l’inserimento mensile di nuovi prodotti”.

Macchinette caffè in Comune, bevande e brioches troppo care | Indaga la Procura

Un bicchierino di caffè ad un prezzo maggiore di 5 centesimi rispetto a quanto pattuito nella concessione del servizio in Comune. Per non parlare poi delle merendine che potevano subire un rincaro di ben 10 centesimi. Ma chi avrebbe dovuto vegliare sui prezzi? “Grave, l’inerzia, ad oggi dell’istituzione comunale che nulla dice, anche se tali prodotti sono venduti ogni giorno ad un vasto pubblico dentro i propri uffici, nelle scuole e negli uffici giudiziari. Eppure, c’era chi oggi governa, l’assessore Prisco, che da consigliere di opposizione si era occupato della vicenda, sollevando taluni aspetti non chiari in commissione controllo e garanzia”. 

Ma, poche ore dopo il deposito della richiesta di attivazione del M5S sulla questione distributori automatici, oggetto di indagine penale “il Comune di Perugia – continua la pentastellata Rosetti – risponde sulla questione. E la risposta fa impressione: non vi sarebbe alcuna delle irregolarità, da tempo oggetto, perfino di ipotesi di reato. In ordine agli avvalimenti (servizi di altri operatori perché non si hanno i requisiti per partecipare alla gara) vengono qualificati solamente come forma di garanzia (nella nota del Comune peraltro si cita una sentenza del Consiglio di Stato che non dice esattamente così), senza che le altre imprese che hanno fornito i requisiti debbano essere coinvolte nell’esecuzione del contratto. Sui prezzi, poi, tutto sarebbe regolare, in quanto legato all’adeguamento dell’Iva”. Ma alcuni prezzi non avrebbero visto l’aumento di prezzo se acquistati con la “chiavetta”. Palazzo dei Priori aggiunge anche: “si aspetteranno i pronunciamenti dell’autorità giudiziaria e, ad oggi, non si ritiene di fare alcunché. “E, pensare,– concludono dal M5 S –  che uno dei reati ipotizzati dalla Magistratura è di carattere permanente ovvero, ipoteticamente, ancora in atto”.