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Perugia Calcio: Santopadre tira le somme di un anno ambivalente

Francesco Balucani

Il 2013 è ormai alle porte e Massimiliano Santopadre tira le somme di un anno caratterizzato da alti e bassi. Proveniente dalla seconda divisione, il Perugia Calcio ha attraversato un periodo di relativa stasi dopo un esordio dirompente nell’attuale stagione calcistica e ha chiuso il girone d’andata con una posizione in classifica tutto sommato soddisfacente. Appena una manciata di punti separano infatti il Grifo dalla vetta. Tutto è ancora possibile. Concetto, questo, evidenziato ed enfatizzato da Massimiliano Santopadre, presidente della società biancorossa insieme con Gianni Moneti. Accompagnato da un’esigua compagnia di giovani grifoni, il patron ha portato i saluti della società e sintetizzato nel dettaglio la situazione all’interno del club. Queste le sue parole: “Oggi questi ragazzi sono qui con me in conferenza stampa perché rappresentano quanto di buono fatto dalla società. Loro rappresentano il futuro. I risultati del nostro settore giovanile sono sotto gli occhi di tutti. Loro sono la testimonianza di quanto la società abbia lavorato bene negli ultimi anni. Certo, mancano i risultati sportivi, ma anche quelli arriveranno. Ora la cosa importante è assemblare la squadra, le individualità non mancano. Sono convinto che ne usciremo. Crediamo fortemente nel nostro scopo e con questa forza che ci contraddistingue, cercheremo di uscire da questa immeritata situazione.
Il bilancio rimane comunque positivo. Parlando del passato, mi sono rimaste emozioni fortissime dagli anni in cui sono approdato al Perugia, ma oggi rimango proiettato a quello che accadrà a Benevento. I ricordi fanno parte del passato e vivere del passato rende probabile commettere errori d’ogni sorta. E’ importante pensare al presente e al futuro. Qualcosa che non rifarebbe quest’anno? Certo, più di qualcosa. Ho sbagliato molto e sicuramente non rifarei molte delle scelte fatte, tuttavia non sarebbe giusto parlarne pubblicamente per ovvie ragioni. Credo che negli ultimi giorni le cose siano comunque cambiate. Vedo una luce diversa negli occhi dei giocatori. Se capiranno che non sono i più forti del girone e che nel calcio è necessario correre, possiamo raggiungere l’obiettivo. Non si è ancora ben capito cosa significa essere squadra e questo lo paghiamo soprattutto nelle gare in trasferta, dove non c’è alcun pubblico inneggiante né alcuna atmosfera casalinga.
Nel mercato di gennaio non vi sarà alcuna rivoluzione. Crediamo fortemente in questo gruppo e non c’è alcun bisogno di rivoluzionarlo. Andrà puntellato, questo è certo, e ci stiamo muovendo proprio in questa direzione. Quindi è da escludere a priori l’acquisizione di un giocatore importante? I giocatori vanno presi, prima di tutto, dove servono e non bisogna sempre guardare il nome. Fare mercato a gennaio significa correggere, ma si può anche correggere con un ‘94. Se arriva il nome che vi aspettate siamo contenti per l’opinione pubblica, ma chi è questo giocatore? Il mercato di gennaio è particolare: è molto difficile acquisire giocatori che nell’attuale stagione stanno facendo molto bene. Per forza di cose andremo a prendere giocatori poco utilizzati, che ovviamente non hanno sulle spalle nomi importanti. Non ancora perlomeno. Dovremo ritoccare e puntellare, e abbiamo le idee ben precise riguardo all’immediato futuro.