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PER LA DESTRA LA FILIERA CORTA DEI ” FARMER MARKET” E' LA VIA GIUSTA DA PERCORRERE

Per il consigliere regionale Aldo Tracchegiani (La Destra), l'ottava edizione del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione che si è svolto nel fine settimana a Cernobbio, “è stata un'ottima occasione per confermare analisi e prospettive che La Destra ha annunciato da tempo. Di fronte all'attuale crisi economica – secondo Tracchegiani – non bisogna fare l'errore di incorrere in una chiusura della propria economia, come avvenne nel corso della recessione del 1929, ma vanno comunque sfruttate tutte le potenzialità offerte dal proprio territorio. L'Italia, in questo senso, è un Paese ricco e fortunato, poiché ha un suolo capace di soddisfare i bisogni primari della propria popolazione a livello di produzione agroalimentare, tessile e manifatturiera, che potrà essere realizzato a pieno solo con l'assistenza da parte governativa alle piccole imprese sul versante creditizio e sulla revisione di alcuni dei tetti di produzione impostici dall'Europa sul latte o altri generi di prodotti. Nello stesso tempo – prosegue – vanno tenuti presenti i cambiamenti di vita che questa crisi sta imponendo ai cittadini, sempre più taglieggiati dal caro vita ed inermi di fronte agli aumenti che investono tutti i settori, raggiungendo picchi del 5,8 – 6 per cento nel settore primario dei prodotti agroalimentari”.Per Tracchegiani “si va quindi nella giusta direzione quando si punta sulla rete dei ‘farmer market', di cui caldeggiamo l'apertura in ogni comune, proprio perchè lafiliera di questo settore fa aumentare il prezzo del prodotto a dismisura, a danno del consumatore ma anche dello stesso produttore. I cittadini – continua – vogliono essere sicuri dei prodotti che comprano, vogliono risparmiare e si trovano costretti a cambiare le proprie abitudini di spesa ed alimentari e la risposta a tutto questo non può che essere la valorizzazione delle realtà locali, dei prodotti tipici, dei materiali finora troppo trascurati ma comunque competitivi, come alcune fibre ‘autarchiche', garantite comunque dal marchio ‘made in Italy' e del calmieramento dei prezzi su alcuni generi di primaria importanza, visto che non si riesce ad incidere sulla filiera, in primo luogo tagliando le accise sui carburanti, proprio in un momento in cui questa operazione sarebbe agevolata dalla diminuzione del costo del barile. Si procede bene- secondo Tracchegiani – quando si incoraggia l'apertura di farmer market, quando si rivaluta l'agricoltura e si ascolta questo mondo troppo spesso trascurato ma che in Umbria registra un trend assolutamente positivo. Dobbiamo andare – conclude – in direzione di un mercato veramente etico, modellato sulle esigenze della popolazione e sulla sua reale capacità di acquisto e non strutturato sulla base di regole dettate da banche, multinazionali o interessi di parte”.