Categorie: Cronaca Spoleto

Peculato, condannato poliziotto / Era già stato allontanato da Spoleto / Prescritta concussione

Jacopo Brugalossi

Non proprio l’integrità morale che ci si aspetterebbe da un rappresentante delle forze dell’ordine quella dimostrata da un poliziotto, all'epoca dei fatti in servizio presso il commissariato di Spoleto, condannato oggi a due anni di reclusione (pena sospesa per i prossimi 5 anni) per peculato e omissione di atti d’ufficio. L'episodio risale al dicembre 2004, quando l’ispettore entrò in possesso del portafogli di un turista austriaco consegnatogli dal personale della squadra volante del Commissariato, che a sua volta lo aveva avuto dalle infermiere dell’ospedale di Spoleto dove l’uomo, ricoverato per un problema ortopedico, lo aveva dimenticato. Invece di consegnarlo prima all’archivio e da lì al legittimo proprietario, l’uomo avrebbe trattenuto per sé il portafogli ed il suo contenuto: 170 euro in contanti, carta di credito e documenti vari. La pena è stata leggermente inferiore a quella invocata dalla pubblica accusa, rappresentata in aula dal Procuratore Capo Gianfranco Riggio, che aveva chiesto una condanna a tre anni e due mesi.

Prescritta la concussione – Il poliziotto era accusato anche dei reati di concussione, omessa denuncia e abuso d’ufficio, per i quali però il collegio penale – formato dai giudici Laudenzi, Fornaci e Avenoso – ha dichiarato l’avvenuta prescrizione. Tra il giugno e l’ottobre del 2004 avrebbe abusato della sua qualità di ispettore di Polizia per indurre una cittadina straniera – assunta da un commerciante spoletino in modo irregolare poiché sprovvista del permesso di soggiorno per motivi di lavoro – a “concedergli i suoi favori” in cambio del silenzio sulla sua condizione di clandestinità, che infatti non avrebbe denunciato all’autorità giudiziaria, all’ufficio immigrazione e all’ispettorato del lavoro.

Assolti presunti rapinatori – Sono stati assolti per insufficienza di prove i due uomini, entrambi di origine laziale, accusati di aver rapinato la filiale della BpS di Scheggino nel maggio del 2004. Stando al quadro accusatorio, entrarono con volto travisato da cappelli, occhiali da sole e mascherine, impugnando una pistola (poi rivelatasi un’arma giocattolo), e prelevarono dalle casse e dalla cassaforte una somma di 37mila euro, prima di chiudere a chiave in bagno il direttore, un impiegato e tre clienti. Il maresciallo dei RIS di Roma escusso oggi ha dichiarato che la comparazione tra le foto segnaletiche degli imputati e le immagini della videosorveglianza dell’istituto bancario non diede risultati certi.

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