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Pacco schede votate, ‘giallo’ su elezioni Comune / Indagini Cc Spoleto

Prima le telefonate anonime, sarcastiche e volgari, a sottolineare la sconfitta elettorale; poi un pacco recapitato sul posto di lavoro al cui interno si trovavano una manciata di schede votate e un preservativo. E’ in estrema sintesi quanto capitato nei giorni scorsi ad un candidato al Consiglio comunale del Comune di Castel Ritaldi e che potrebbe gettare una ombra pesantissima sul risultato delle elezioni comunali dello scorso 25 maggio.

Una vicenda che Tuttoggi.info può anticipare grazie ad alcune fonti molto vicine al diretto protagonista, candidato nella lista civica Impegno Comune che sosteneva Daniele Cimarelli, uscito sconfitto per poche preferenze (18) dalla tornata elettorale che ha visto confermato Andrea Reali sullo scranno più alto di Castel Ritaldi. Il destinatario del pacco preferisce non rilasciare al momento alcuna dichiarazione e chiede di rimanere nell’anonimato in attesa dei risultati delle indagini.

Ecco i fatti, per come è stato possibile ricostruirli fino a questo momento. Una volta ricevuto il pacco ‘sospetto’, l’ex candidato consigliere decide di aprirlo alla presenza di alcuni pubblici ufficiali. La sorpresa è enorme quando scopre che l’involucro contiene tutte quelle schede elettorali. Che risulterebbero tagliate all’altezza del bollo tondo (così da non poter risalire al seggio da cui sarebbero state sottratte) e che riporterebbero tutte la preferenza per “Cimarelli”. Passato lo stupore, l’uomo si sarebbe presentato ai carabinieri per sporgere regolare denuncia. Le indagini, coordinate dalla procura della repubblica di Spoleto, sono già state avviate. Non pochi gli interrogativi che gli inquirenti sono chiamati a sciogliere. Primo fra tutti se quelle tessere sono frutto di una burla o una parte delle schede elettorali effettivamente distribuite per le recenti amministrative.

L’entourage di Cimarelli ipotizza che possano essere schede originali per il fatto che su una di queste, prima della consegna all’autorità giudiziaria, si sarebbe provato a scrivere un simbolo con una normale matita, ma il tentativo non avrebbe dato alcun esito: le tessere, come è risaputo, vengono stampate dalla Zecca dello Stato su carta speciale dove è possibile scrivere solo grazie a matite copiative (la mina è indelebile e si può cancellare solo per abrasione). Ma non è che il primo quesito. Se fossero originali, chi e come è riuscito a sottrarle? E perché le ha spedite solo oggi, a più di tre mesi dalla proclamazione del sindaco? Senza considerare che, di fronte a un broglio, sarebbero stati necessariamente alterati anche i verbali inviati poi alla Commissione elettorale e alla Prefettura.  E ancora: chi può escludere che una eventuale criminosa iniziativa di tal genere, non è stata portata a danno anche degli altri candidati a sindaco (con Reali, che guidava la coalizione di centro sinistra, si era presentata anche Guendalina Colasanti del M5S)? Dubbi che proprio l’inchiesta giudiziaria, a garanzia di tutte le parti in causa, dovrà sciogliere. Certo è che la vicenda rischia di far salire la tensione politica nella tranquilla cittadina umbra.

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