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OPERAZIONE TRASPARENZA SULLA VERTENZA ANTONIO MERLONI

“Ormai, sulla vertenza della A. Merloni servono solo il coraggio della trasparenza e una grande operazione verità”. A dichiararlo sono il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra e il segretario regionale Fim Adolfo Pierotti.
La Cisl, nell’ultima riunione svolta, unitariamente alla presenza dell’assessore regionale allo sviluppo industriale Gianluca Rossi e ai sindaci del territorio ha chiesto due cose precise. La prima riguarda la realizzazione di condizioni per condurre la vertenza ad un tavolo nazionale con la presenza di tutti i soggetti titolari della rappresentanza, dove vengano esplorate fino in fondo le proposte concrete finora giunte e, in quella sede, si definisca una volta per tutte la credibilità o meno delle proposte in campo. “Nel contempo –è stato sottolineato da Sbarra e Pierotti- abbiamo dato la disponibilità, attraverso l’assessorato umbro, ad esplorare la consistenza del cosiddetto “Piano B”, quello legato all’Accordo di programma”.
Gli oltre duemila lavoratori diretti interessati dai due siti, quello umbro e quello marchigiano, e tutti gli altri dell’indotto devono essere considerati con il massimo rispetto. “Per questo –hanno precisato- pensiamo che non sia più possibile rinunciare ad un trasparente e definitivo elemento di chiarezza che conduca alla valutazione reale delle proposte in campo. La riservatezza –hanno affermato- ormai sembra davvero una gabbia da cui uscire, un lusso che non ci possiamo più permettere. Per questo chiediamo e ci opereremo affinché la vicenda venga messa in totale trasparenza e sia verificato fino in fondo il ruolo e la disponibilità delle parti in causa.
Rimaniamo altresì convinti che la produzione di elettrodomestici sia ancora possibile, che il mercato possa assorbire ancora un numero importante di pezzi, seppur ridotti, rispetto alla produzione pre crisi e ammodernati nel designer e nella propria tecnologia. Siamo convinti, quindi, che solo la produzione di elettrodomestici, quindi uno zoccolo duro in continuità, possa evitare lo spezzatino che invece sarebbe prevedibile con il solo ricorso al “Piano B”.
“Per noi – concludono i due sindacalisti- produrre ancora elettrodomestici innovativi e dotati di tecnologie avanzate nei siti della A. Merloni è ancora possibile, ma tale disponibilità passa ormai inevitabilmente per un atto di chiarezza e di trasparenza che chiama in causa tutte le parti interessate e ne misura concretamente l’impegno, la disponibilità e la consistenza. Soltanto dopo aver verificato tutto ciò sarà possibile fare nuove valutazioni rispetto al futuro della produzione e dei lavoratori impiegati”.