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OPERAZIONE BRUSHWOOD UN ANNO DOPO: IN COMUNE L'INCONTRO DEL COMITATO 23 OTTOBRE (FOTO)

Un incontro ad un anno dall'operazione Brushwood, che portò in carcere cinque spoletini. Ad organizzarla, questo pomeriggio al palazzo comunale di Spoleto, il Comitato 23 ottobre, costituitosi proprio in seguito agli arresti con lo scopo di mostrare solidarietà ai giovani indagati ed alle loro famiglie. Tra i presenti anche Michele Fabiani, quello che è considerato dagli inquirenti il leader della presunta cellula anarcoinsurrezionalista sgominata. L'ultimo ad uscire dal carcere. Due dei giovani arrestati un anno fa, Damiano Corrias e Dario Polinori, sono oggi indagati a piede libero. Fabrizio Roscini Reali è stato prosciolto da ogni accusa qualche mese fa. Andrea Di Nucci, considerato l'autore della lettera di minacce e con i proiettili inviata alla presidente della Regione Lorenzetti insieme a Fabiani, come quest'ultimo attualmente ha l'obbligo di dimora.

A dare il via all'incontro è stato Antonello Briguori. “Proviamo piacere – ha detto – nel sapere questi ragazzi tutti a casa, anche se ci sono ancora dei provvedimenti restrittivi. Purtroppo siamo ancora di fronte ad una montagna da scalare. Spero che quando si arriverà a giudizio tutta questa montagna di falsità venga smontata”. Per il Comitato 23 ottobre, infatti, le accuse che vengono mosse ai quattro giovani indagati deriverebbero da teoremi e non da fatti, anzi alcune accuse sarebbero in contraddizione con quanto emerso durante le indagini.

Da parte sua il consigliere comunale Aurelio Fabiani, padre di Michele, ha ribadito la contrarietà alle motivazioni addotte dal Gup Ricciarelli che ha deciso il rinvio a giudizio per i quattro confermando tutti i capi d'imputazione. Ha poi ha paragonato l'operazione Brushwood ad un caso analogo avvenuto a Pisa, solo che in quest'ultima vicenda sono state fatte valutazioni opposte sugli indagati rispetto a quanto accaduto agli spoletini. Per questo Aurelio Fabiani ha parlato del presunto collegamento tra Brushwood e la politica, smontando inoltre alcune accuse, come l'incendio al cantiere del cosiddetto “ecomostro” e la busta di proiettili inviata alla Lorenzetti. Ancora una volta, infatti, il consigliere comunale ha ricordato l'incongruenza dell'atto di sabotaggio al cantiere della Posterna con la presenza di Michele alla festa dei comunisti, con gli orari che non coinciderebbero con le accuse. E sulla busta con i proiettili è stato ribadito che secondo la perizia di parte e secondo la polizia scientifica la data di invio è l'8 agosto, quando Michele era in Puglia.

Osservazioni già presentate dai legali di Michele Fabiani in questi mesi agli inquirenti e che saranno sicuramente oggetto di discussione durante il processo, che si aprirà il 7 aprile presso la Corte d'Assise di Terni.