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Omicidio Moracci, ergastolo per i rapinatori dell’anziano di Terni

Il gup di Terni Maurizio Santoloci ha condannato oggi all’ergastolo Elvis Katalyn Epure e Georghe Buzdugan i due cittadini romeni accusati di essere gli esecutori materiali della rapina  in cui, il 28 aprile scorso, morì soffocato il 91enne Giulio Moracci. La sentenza è stata emessa nel corso del processo con rito abbreviato. Il pm Barbara Mazzullo aveva chiesto la condanna dei due a 18 anni di reclusione. Ai due imputati, oltre all’omicidio volontario, sono stati contestati anche i reati di rapina aggravata e sequestro di persona.

Soddisfatte la parti civili. Il figlio e la moglie di Giulio Moracci hanno espresso soddisfazione per una sentenza che il loro legale l’avvocato Andrea Colacci ha così commentato: Conoscevo il signor Moracci da 30 anni e ho difeso i suoi famigliari con particolare affetto. Questa sentenza è un piccolo risarcimento, anche se Giulio non c’è più”.  Il giudice ha anche determinato per i congiunti della vittima un risarcimento pari a 150mila euro, ma il figlio di Giulio Moracci ha precisato che “I soldi non ci interessano, ma siamo soddisfatti perché abbiamo avuto giustizia. Spero che questa sentenza sia un deterrente sociale”.

Secondo quanto ricostruito Elivs e Gheorghe, rispettivamente di 22 e 21 anni, una volta entrati nell’appartamento di via Andromeda, hanno trovato i due anziani in casa e, con scotch e corde fornite dai basisti, hanno immobilizzato Giulio e la moglie Floriana. Il 91enne ha cercato di sottrarsi alla brutale aggressione, inutilmente e con mani e gambe legate in una posizione che non gli ha più permesso di respirare è morto soffocato.

“Una sentenza draconiana – commenta il legale difensore di Epure e Buzdugan, avvocato Luca Maorimolto pesante. Pur riconoscendo la gravità del fatto credo che i miei assistiti abbiano agito per colpa e non per volontà”.

Quella del Gup Santoloci è la prima sentenza sui drammatici fatti che si sono consumati nella casa di Gabelletta, è infatti in atto anche il processo (con rito ordinario)  in Corte d’Assise, nel quale sono imputate altre 4 persone e per il quale i famigliari si augurano “speriamo che anche lì venga fatta giustizia”. 

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