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Omicidio Lucentini, 90 giorni per ricostruire l’accaduto

Sono tanti gli aspetti che il dottor Marco Piovan, esperto in balistica, dovrà chiarire per quanto riguarda la morte di Emanuele Lucentini, l’appuntato scelto dei carabinieri ucciso dal suo collega Emanuele Armeni il 16 maggio di un anno fa. Il consulente nominato dal Tribunale di Spoleto avrà 90 giorni di tempo per ricostruire se quanto accaduto quella sera sia stato un omicidio volontario o un drammatico incidente. L’esperto dovrà depositare quindi la sua consulenza entro fine giugno, per dare il tempo alle parti di studiarla prima della prossima udienza, fissata dal gip Amodeo per il 12 luglio.

Ministero parte civile – A rappresentare la pubblica accusa in aula c’era il procuratore capo Alessandro Cannevale, che ha presentato, così come fatto dalle parti civili e dalla difesa, delle istanze per ampliare il quesito posto dal giudice per le indagini preliminari ed attorno al quale dovrà svolgere accertamenti il dottor Piovan. Prima, però, il gip ha accolto la costituzione di parte civile da parte del ministero della Difesa, rappresentata dall’avvocato Maria Grazia Scalas della sede di Perugia dell’Avvocatura generale dello Stato. In aula anche oggi c’era anche l’imputato, Armeni, così come alcuni familiari di Lucentini, la moglie e la sorella.

La difesa di Armeni – “Abbiamo presentato un’istanza volta ad ampliare la formulazione del quesito – ha spiegato l’avvocato Montesoro, che difende Armeni insieme alla collega Piccardi -, considerato che il consulente del pm aveva valutato alcune cose, in chiave accusatoria. Noi con il nostro avevamo valutato invece l’esistenza di altre ipotesi. Ora il pertito nominato dal tribunale, che è superiore ai nostri consulenti, deve valutare queste ipotesi. Ovviamente il suo campo non è limitato come era quello del consulente del pubblico ministero, ma è disposta ad ampio raggio una sua indagine. Vedremo il suo elaborato ed il 12 luglio ne discuteremo in udienza. Ora dobbiamo lavorare a tappe” ha concluso Montesoro.

Le parti civili – “Bisogna ricostruire – hanno invece spiegato gli avvocati che rappresentano gli interessi dei familiari di Lucentini, Berellini e Belluccini, al termine dell’udienza – quali sono le cause che hanno determinato quell’evento e quale è stata la dinamica dell’azione. E’ stato opportuno specificare alcuni passaggi, in quanto l’aspetto cruciale è la volontarietà o meno di quell’atto, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dell’arma, se è stato un atto volontario, se deriva da una inosservanza delle norme di sicurezza oppure da un fatto accidentale. Cose queste ultime che la pubblica accusa e le parti civili escludono nettamente, proprio in virtù di un riscontro di natura fisico-scientifico fatto dai nostri consulenti”.

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