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Oggi a Marsciano la visita di Cheryl Orton figlia del prigioniero di guerra Allan Gerard Vincent

Nella sala del Consiglio comunale l’incontro tra la figlia del sergente sudafricano e tre delle donne che, insieme a tanti altri rappresentanti della comunità marscianese, prestarono soccorso e assistenza ai prigionieri del campo di lavoro

Sala del Consiglio comunale affollata di ricordi per la vista, avvenuta nella tarda mattina di mercoledì 5 settembre, di Cheryl Orton, figlia del sergente maggiore sudafricano Allan Gerard Vincent, uno dei 51 prigionieri di guerra che durante il secondo conflitto mondiale fu detenuto nel campo di lavoro allestito presso le Fornaci Briziarelli di Marsciano.
Cheryl, nata a Durban, in sudafrica, nel 1945, è arrivata a Marsciano insieme al compagno Martin e ad alcuni amici italiani che l’hanno aiutata nella ricerca di informazioni sul padre e sui luoghi della sua prigionia. Ad accoglierla ci ha pensato l’Assessore alla Cultura Valentina Bonomi, in rappresentanza dell’Amministrazione, Valeriano Tascini, dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani di Marsciano e il Prof. Dino Renato Nardelli che, insieme ad altri collaboratori dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, da anni si occupa dei campi di internamento dell’Umbria. Il momento più toccante è stato tuttavia l’incontro tra Cheryl e Ettora Sagrazzini, Imperia Patassini e Antonia Sagrazzini, ovvero tre delle giovani ragazze che nel 1943 prestarono assistenza, insieme a tanti altri cittadini marscianesi, con cibo e vestiti ai soldati prigionieri sia durante la loro prigionia che subito dopo la fuga dai campi di lavoro in cui erano internati successivamente alla firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943. E tra questi prigionieri c’era anche Allan Gerard, che le “giovani” signore marscianesi ben ricordano.
“È questo un momento molto felice – ha spiegato Cheryl – perché posso incontrare alcune delle persone che, insieme a tutta la meravigliosa comunità di Marsciano, hanno avuto cura di mio padre, dandogli da mangiare e da vestirsi nonostante le magre risorse disponibili, aiutandolo a mantenersi sano e forte. Mio padre ha sempre avuto il desiderio di tornare in Italia. Provò a farlo una volta ma non ci riuscì. Perciò gli feci una promessa, ovvero che l’avrei fatto io. È stato lui a trasmettermi questo grande amore per l’Italia, la sua gente, la sua cultura, il cibo, la musica e l’arte”.

Dopo l’incontro nella Sala del Consiglio comunale la visita è proseguita presso l’area delle Fornaci Briziarelli che tra il ’42 e il ’43 ospitò il campo di lavoro denominato “PG 115” (dove PG sta per Prigionieri Guerra) e presso l’adiacente quartiere di Tripoli dove era presente un piccolo tabacchificio attivo dai primi anni ’40 dove pure venivano impiegati alcuni prigionieri tra cui il sergente maggiore Allan Gerard Vincent.

“La promozione dei valori della memoria storica – afferma l’Assessore Valentina Bonomi nel ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro – è per l’Amministrazione un momento importante della costruzione di questa comunità. Siamo su questo fronte attivi con molte iniziative che coinvolgono, in primo luogo, i giovani delle nostre scuole. Il fatto che Cheryl abbia sentito il bisogno di incontrarci ci riempie di gioia e rende ancora più speciale il ricordo di quella fase storica in cui tutta la comunità di Marsciano ha saputo prestare soccorso e assistenza ai prigionieri prima e dopo l’armistizio tra l’esercito italiano e le forze alleate dell’8 settembre 1943”.
A rimarcare l’importanza della memoria di quelle fasi concitate della storia locale e italiana ci ha pensato anche Valeriano Tascini dell’ANPI marscianese, ricordando come anche a Marsciano, dopo l’armistizio, si costituì un piccolo gruppo partigiano che si denominò “Il Cerchio rosso”. “Sono stati momenti – afferma Tascini – che hanno lasciato segni indelebili nella nostra storia cittadina, come testimonia anche questo importante incontro di oggi, e che hanno contribuito a far sì che l’Italia, come tutta l’Europa, uscisse dalla tirannia per ritrovare la democrazia”.